martedì 17 giugno 2008

L'incazzatura del risveglio


Carissimo blog, mi sveglio e...


BLOG CONDANNATO PER “STAMPA CLANDESTINA” “Accaddeinsicilia”, sito curato dallo storico e giornalista siciliano Carlo Ruta, è stato oscurato in seguito a una denuncia presentata dal giudice Agostino Fera, che ha ritenuto diffamatorie le affermazioni in esso contenute e relative al suo ruolo nell'inchiesta sulla morte di Giovanni Spampinato.Carlo Ruta, storico e giornalista siciliano, è stato condannato dal tribunale di Modica (Ragusa) a una pena pecuniaria di 150 euro (più 5 mila di spese giudiziarie) per il reato di “stampa clandestina”: l'accusa è rivolta al sito internet di documentazione storica e sociale “accaddeinsicilia”, curato dallo stesso Ruta e già oscurato d'autorità. La sentenza è stata emessa a seguito della denuncia avanzata dal magistrato Agostino Fera, al centro di dure critiche per la gestione dell'inchiesta sull'uccisione di Giovanni Spampinato, il giornalista dell'Unità freddato a Ragusa il 27 ottobre del 1972, per un'indagine sui rapporti tra mafia e gruppi eversivi neofascisti.Su “accaddeinsicilia”, Carlo Ruta aveva dedicato ampio spazio al caso Spampinato, facendo riferimento anche al magistrato Fera, personaggio discusso e oggetto più volte di censura da parte di diversi parlamentari della Repubblica, da Giuseppe Di Lello al presidente dell’Antimafia Francesco Forgione, perché sospettato di “omissioni gravissime” nella vicenda Spampinato.Fera, ritenendo diffamatorie le tesi sostenute su “accaddeinsicilia”, nel 2004 l'aveva fatto chiudere, ma gli articoli “incriminati” sono ancora oggi consultabili su “leinchieste.com”, altro sito gestito da Ruta.La condanna per la gestione del blog “accaddeinsicilia” poggia sulla violazione dell'articolo 16 della legge sulla stampa, che impone la registrazione in Tribunale per le testate avente carattere periodico: bisogna però ricordare che la non periodicità regolare del sito in questione, era già stata comprovata dalla polizia postale di Catania, cui era stato conferito l’incarico degli accertamenti. La vicenda ha riacceso le polemiche su un tema già scottante: il rapporto tra democrazia e web. «Una sentenza del genere – si legge in un documento firmato da amici e colleghi di Ruta - trova riscontri soltanto in Cina e in qualche nazione a regime dittatoriale: per le leggi che vigono nel nostro paese è un'assurdità. Costituisce un attacco frontale al mondo del web, alla democrazia, ai diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. È quindi importante che le realtà delle reti, le sedi dell’informazione, le espressioni del paese civile rispondano con la massima determinazione». (fonte: http://www.lsdi.it/)


Ha diffamato? bene usate tutti i codici che volete ma lasciate stare la legge sulla stampa. Non se ne può più! Ma d'altro lato la soddisfazione di quanto fastidio si può dare ai potenti, anche senza infrangere la legge.

Ottimo, la giornata comincia in maniera solare, perchè stavolta si incazzeranno anche i generalisti del blog.

3 commenti:

Amy ha detto...

Un altro caso, di diversa natura ma sempre inteso a frenare la libertà d'espressione sul web. Copio e incollo da economiaefinanza.blogosfere.it, sul blog di Marco tutta la vicenda:

La storia di un post che ormai non esiste più la racconta Marco Camisani Calzolari: il 18 marzo 2008 Sergio Sarnari scrive un post in cui racconta la propria vicenda. In sostanza compra i mobili per la nuova casa da un’azienda che si dimostra tutt’altro che seria. Sbaglia mobili e consegne.

Nel suo post riporta tutti i dettagli. Nei numerosi commenti al post, sono parecchi quelli che confermano la sua versione in quanto hanno avuto a che fare anche loro con la stessa azienda. Ieri Sergio riceve un commento (l’ultimo in fondo) da parte del mobilificio che sostiene di averlo querelato, oltre ad aver presentato…
un ricorso d’urgenza finalizzato alla richiesta di risarcimento danni per un importo non inferiore a 400.000 Euro e ad aver già ottenuto la data dell’udienza fissata!

In questa fase delicata per Sergio non aggiungo commenti sulla serietà di un’azienda che ancor prima della notifica scrive al querelato attraverso i commenti del suo blog.



Tuttavia se Sergio ha scritto la verità (non ne dubito, ma è una premessa funzionale), allora la questione credo non appartenga più solo a Sergio, ma in primis a tutta la blogosfera e in secundis a tutti i cittadini digitali, ovvero chiunque usi la rete oltre a guardare l’email e navigare nei siti dei quotidiani cartacei.
Che significa? E' a repentaglio anche la nostra libertà di espressione nei confronti delle aziende? Pare di sì e proprio per questo la blogosfera non è rimasta a guardare: Gaspar Torriero, Mantellini, Giovanni Barbieri, Marco Camisani Calzolari, Roberto Chibbaro, Donato Carriero, Davide Casali, Marco Cattaneo, Luca Conti, Roberto Dadda, Roberto Felter, Francesco Fullone, Alessandro Ghezzer, Giovanni Francesco Solone, Antonio Tombolini, Adriano Gasparri, Maurizio Goetz, Giuseppe Iannello, Massimo Marino, Nicola Mattina, Massimo Moruzzi, Sara Taricani, Stefano Vitta, e una folta schiera di blogger hanno sottoscritto una lettera e indicato all'azienda i risultati di Google alla ricerca di Mosaico Arredamenti. Insomma, se l'azienda non ritira la richiesta di risarcimento danni ne va soltanto della sua reputazione. Azienda avvisata (dalla Rete) mezza salvata..

maria ha detto...

cari zuzzurelloni, improvvisamente seri? Ogni giorno succedono cose siffatte e anche peggio. Rimane sempre aperta la possibilità della colletta tra gli autori, a sostegno delle spese legali.

Anonimo ha detto...

Ok alla colletta. Basta che i conti non li faccia l'ex ministro dell'agricoltura