Qualche tempo prima del '68, in autunno, mi ritrovai in una stanza oscura della facoltà di filosofia dell'università di Trieste. Era un seminario di filosofia morale. Il severo professore (era prima del '68) fa:"Lei Alzetta, che lingua ha studiato?" "Francese, professore" fa deferente Alzetta (era prima del '68). " Allora mi farà una tesina su Descartes". "Lei Francescato, che lingua straniera conosce?" "Nessuna, professore", faccio io contrito (era prima del '68). "Ma insomma, qualche lingua avrà pur studiato!" fa scocciato il professore (era prima del '68). "Sì, il tedesco, ma..." (volevo dire, ma non lo so proprio...solo che era prima del '68). "Finalmente uno che sa il tedesco! Allora entro gennaio mi farà una tesina sull'influenza del pensiero di Baruch Spinoza sull'opera di von Schelling".
Era prima del '68. Non esisteva internet, nè wikipedia, nè Mario Adinolfi. Schelling si trovava solo in polverose edizioni stampate in gotico.
Fu così che a gennaio abbandonai gli studi della povera e nuda filosofia per legge, sperando di diventare avvocato di Berlusconi, che all'epoca era capellone.
Però c'era il Gran Partito e pure l'Unione Sovietica e anche il muro di Berlino. E Mao e Che Guevara e Ho chi minh.
Sliding doors.