sabato 12 aprile 2008

Ultimi consigli prima del voto


IL PARTITO COMUNISTA

non è ateo



Si dice che
"LA Chiesa non può ignorare i partiti, ne può non prendere buona nota se tra i partiti ci siano di quelli che si ispirino a concezioni contrarie ai principi di Cristo".
Ebbene noi diciamo che la Chiesa può prendere buona nota che il nostro Partito, il Partito Comunista Italiano, non è un Partito ateo: non è contrario ai principi di Cristo:
primo: PERCHE' ESSO NON PONE L'ATEISMO COME CONDIZIONE DI ISCRIZIONE AL PARTITO;
secondo: PERCHE' LA GRANDE MAGGIORANZA DEI SUOI ISCRITTI E' DI FEDE CATTOLICA E PRATICANTE;
terzo: PERCHE' IL NOSTRO PARTITO CONDANNA OGNI FORMA DI INTOLLERANZA RELIGIOSA E ANTICLERICALE.
Un simile atteggiamento dovrebbe rallegrare l'animo di ogni cattolico sincero e in particolare di ogni sacerdote, che dovrebbe vedere da ciò enormemente facilitata la propria opera di proselitismo e di catechizzazione.

Votate il Partito Comunista Italiano

Votate per la Repubblica

venerdì 11 aprile 2008

Scampagnata per il VOTO INUTILE

Visto che ognuno è libero di fare e di farsi (propaganda), allora lancio un appello
per il voto inutile…tanto rimarrà tutto come prima.

L’Asceta (Sadu), nelle acque del fiume Shipra, mentre sta “ricaricando” la propria energia vitale, rappresenta bene il votante inutile, vigile ma felice

Non è un penitente, né un pellegrino, né un combattente, né un predicatore,
né un sofferente, né un miracolato, né un visionario, né un rassegnato.
Lui sta bene, è appagato e completo, e io lo invidio.
Lontano da nevrosi, non sta aspettando Godot, non segue i sondaggi, può anche non portare il pannolone e rinunciare all’assistenza domiciliare, il PIL non lo tocca, se ne frega della guerra, di riccardo, di silvio, di uolter, di tutti gli aspiranti leader, e persino di bruno e dei rionali…
perché SA:
il voto non potrà sradicare, nè rendere sopportabili i veri poteri forti.
Quindi si occupa di se stesso, in piena autonomia.

giovedì 10 aprile 2008

E Gesù disse ai discepoli

Qualche giorno fa su una televisione locale uno spot (ma perchè sulle tv locali si possono fare spot elettorali, mentre su rai e mediaset no?) del Partito Socialista (lo stesso partito del culo di Milly d'Abbraccio... povero PSI) mi ha fatto sobbalzare: Gesù, il primo socialista, invitava a votare per Boselli! Chissà chi avrà fatto questa bella pensata? Ma poi in soccorso è arrivato internet. Navigando navignado alla ricerca di vecchi manifesti ho trovato l'origine dell'odierno spot.


per la giunta regionale del friuli vota guerra


dott.ssa GUERRA ALESSANDRA
Circoscrizione: Udine
Professione: Insegnante
Data di nascita: 19 Luglio 1963
Luogo di nascita: UDINE, UD, ITALIA
Curriculum: Gruppo Misto.Eletta nella circoscrizione di Udine.Nata il 19 luglio 1963 a Udine, residente a Tricesimo (UD), coniugata, due figlie. Laureata in lettere, insegnante; ha collaborato con diversi musei e centri di ricerca nell'ambito della catalogazione dello studio dei beni culturali. Consigliere regionale dal 1993, nella settima legislatura è stata assessore alla cultura, formazione professionale ed istruzione, Presidente della Giunta regionale, Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, assessore agli affari comunitari, ai rapporti esterni, all'istruzione e alla cultura; nell'ottava legislatura è stata Presidente della IIa Commissione permanente del Consiglio regionale - attività produttive, componente della Commissione paritetica Regione Stato per le norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia, vicepresidente e assessore all'istruzione e cultura, affari europei e volontariato. È stata membro dell’Assemblea nazionale della Lega Nord Friuli. Aderisce al Gruppo consiliare della Lega Nord fino al 6 aprile 2008.Il 7 aprile 2008 rassegna le dimissioni dalla carica di Presidente del Gruppo consiliare della Lega Nord e aderisce al Gruppo Misto.
Telefono ufficio: 040/3773111
Fax: 040/3773156
E-Mail:
Gruppo di appartenenza: LEGA NORD - PADANIA

Incarichi:
Componente - III COMMISSIONE PERMANENTE
Componente - CONSIGLIO REGIONALE
Componente - I COMMISSIONE PERMANENTE
Componente - GIUNTA PER IL REGOLAMENTO
Piazza Oberdan 6, 34133 TRIESTE Centralino tel. 040 3771111 fax 040 3773190

non poteva che finire così


illy va alla guerra e la guerra viene

Berlusconi e Santanchè:

Ultime battute della campagna elettorale.
Dell'Utri vuole riscrivere la storia.
Berlusconi aspira al Colle.
La Santanchè se la tiene.

mercoledì 9 aprile 2008

VOTA IL BARBIERE, IN UN CASO PROBABILMENTE UN COIFFEUR NELL'ALTRO UNA SCODELLA


Affida la tua amata, disastrata, amareggiata Regione ad un uomo o ad una donna che sa da chi andare a farsi i capelli.
(W. Churchill)

VOTA ZVECH


Alle regionali vota zvech un giovane vicino al mondo dei pensionati

martedì 8 aprile 2008

Non si fanno fuori le signore, tanto meno con l'inganno


E' una lunga lettera, ma è giusto leggerla tutta. Perchè qui gli sconfitti sono tre: i cittadini del Friuli Venezia Giulia che si son sorbite le bizze della signora per 15 anni, chi crede che le donne sarebbero un genere superiore in politica e, chissenefrega, la Guerra, che resterà famosa per non aver mai lavorato in vita sua. E vedrete che continuerà a riuscirci.


Io, fatta fuori con l'inganno


di Alessandra Guerra


Ho deciso di scrivere per dare alcune spiegazioni su quanto recentemente accaduto alle numerosissime persone che in queste settimane mi hanno chiesto di parlare e mi hanno dimostrato affetto e solidarietà. La mia vicenda politica comincia per caso, grazie a una serie di coincidenze verificatesi nel corso del 1993. Allora ero laureata da pochi anni, insegnante, giovane sposa e madre da pochi mesi. Figlia di uno stimato piccolo imprenditore che, negli anni 60-70 aveva creduto con convinzione alla causa autonomista e dedicato molte energie al Movimento Friuli. La Lega Nord, appena nata a quel tempo in regione, si era costituita attraverso l'aggregazione di molti personaggi provenienti dalle file dell'ex Movimento Friuli e aveva bisogno di persone da presentare nelle liste per le elezioni politiche e amministrative. Fu così che si rivolse anche a mio padre che, non essendo interessato, declinò a favore di un amico. Questi rinunciò alla candidatura regionale poche ore prima che si chiudessero le liste e così, come "tappa buchi", fui inserita io. Venni eletta per il cognome che portavo e per la novità che la Lega rappresentava. Ciò che accadde in seguito alla mia figura pubblica è noto. Sconosciuti sono invece i risvolti personali, le sofferenze, le difficoltà che il peso dei ruoli da me ricoperti ha comportato durante questi quindici anni. Grandi soddisfazioni, studio, crescita, ma anche fatica, orari interminabili, lotte, rivalità, invidie, difficoltà a conciliare la vita personale, il desiderio di costruire e allargare la famiglia con la vita di partito e il ruolo istituzionale. Mi sono stati di grandissimo aiuto la famiglia, che ha condiviso il mio impegno, pochi, ma veri amici e la mia passione, unita a una buona dose di testardaggine e di orgoglio. Troppi incarichi, troppo presto! Una carriera al contrario. Sull'Olimpo a trent'anni con una dose di grandissima incoscienza che mi ha consentito di reggere il "palcoscenico" nazionale alla conferenza dei presidenti e di affrontare
con dignità il rapporto con istituzioni, partiti, mass media nazionali e regionali. Un rapporto bello, autentico, affettuoso con la gente comune, mi ha costantemente fornito l'energia per andare avanti. Per vivere il mio impegno come una missione. La parte più difficile di questo percorso è stata, sin dall'inizio, il rapporto con la Lega. Pur essendomi comportata sempre all'insegna della correttezza (mai mancato un pagamento mensile per finanziare il partito; mai trasgredito agli ordini imposti, mai utilizzato mass media per scatenare polemiche), ho avuto costantemente problemi con la dirigenza. Per anni mi è stato detto che avevo "la faccia da Forza Italia", che ero un'infiltrata di Berlusconi. Recentemente sono invece stata definita troppo "illiana". Mai una leghista vera, nonostante le critiche mi avessero costretta a modificare i miei atteggiamenti, a maturare un'aggressività maschile e a sbandierare quasi con violenza il verbo di partito. La vita partitica nella Lega non è stata semplice. Oltre al lavoro istituzionale in Consiglio regionale, che richiedeva presenza e preparazione, era indispensabile partecipare a comizi serali, trasferte, manifestazioni, cortei ecc. Non ho mai protestato perché costretta a guidare di notte, ci fossero pioggia, neve o vento, a parlare in qualsiasi contesto pubblico, a sacrificare domeniche e spazi privati. C'è stato un periodo soltanto in cui ho chiesto di potermi sottrarre a tali incombenze. È avvenuto quando ero incinta della mia seconda bambina. Si trattava di una gravidanza a rischio, attesa per dieci lunghi anni e arrivata dopo diverse difficoltà incontrate in precedenza. Tuttora mi viene rinfacciato il fatto di aver trascurato la vita di partito, nonostante i proclami che la Lega fa a proposito della famiglia! È strano, ogni volta che mi è capitata l'occasione di rappresentare degnamente la mia regione e di dare lustro alla Lega, sono stata fermata: nel '95, quando, presidente della Regione e presidente della Conferenza delle regioni, dopo la presentazione di un programma federalista al presidente Scalfaro, sono stata immediatamente destituita senza spiegazioni. Da quando poi la Lega andò al governo, mi fu impedita la partecipazione a qualsiasi trasmissione televisiva nazionale. Nel 2003, quando, nonostante l'apparente sostegno del partito, devo essere stata oggetto di scambio per chissà quale interesse extraregionale.

Da quella sconfitta fu difficilissimo risollevarsi. Mai mi trovai così sola! Con umiltà, pazienza e tanto lavoro, ci sono riuscita. Arriviamo così ad oggi. Mi è stato chiesto di rinunciare alla Regione perché il partito aveva deciso di valorizzarmi in Parlamento. Mi si è domandato un impegno per trainare non solo la campagna elettorale per le politiche, ma anche per la Regione, la Provincia, il Comune di Udine. Mi è stato offerto per questo il secondo posto alla Camera, immediatamente sotto Bossi. Ho accettato. Poi, il silenzio. Fino alla mattina di domenica 9 marzo, quando un sms di un collega mi annuncia di avere lo sgradito compito di comunicarmi che sono stata esclusa da qualsiasi possibilità di elezione. Nessun altro si fa più vivo. Perché? Serviva usare l'inganno per dirmi che non ero più gradita? È possibile che un movimento che si proclama federalista non consenta alla sua classe dirigente sul territorio di compiere le proprie scelte e alla popolazione regionale di scegliere i propri rappresentanti in lista dove la presenza dei candidati non debba essere gradita solo a Milano? È giusto che, con la scusa del rinnovamento, la Lega fagogiti periodicamente le persone che ottengono considerazione sui propri territori regionali, facendole prima dilaniare dalle lotte intestine interne alla "base"? Non è forse singolare che un ristretto direttorio, uguale a se stesso ormai da vent'anni, rimanga magicamente immune da tutto ciò? È strano che un grande messaggio come quello federalista non riesca a decollare adeguatamente, come meriterebbe, data la sua portata e la straordinaria attualità. È insolito che un movimento che afferma di essere all'avanguardia nei contenuti, sia oltremodo brutale e vendicativo con le donne. È infine singolare che avalli i peggiori vizi della deriva oligarchica e antidemocratica della nostra repubblica. Mi riferisco in particolare alla volontà di mantenere una legge elettorale nazionale che consegna la scelta di deputati e senatori a un conclave costituito da una decina di leader. Buona parte di chi viene scelto, almeno in Lega, deve essere servile e malleabile, nonché votarsi a una incondizionata obbedienza. Questo non è il partito che conoscevo! Un tempo aveva un'etica. Qualcuno mi avrebbe guardato dritto negli occhi e mi avrebbe detto ciò che pensava. Non avrebbe usato l'inganno per togliermi l'entusiasmo, la passione, la dignità! Ringrazio coloro che, fra tante battaglie, mi hanno accompagnata in questi quindici anni. Chi ha creduto in me e anche chi mi ha osteggiata dandomi comunque l'opportunità di crescere. Ringrazio le tante donne del partito, con le quali si era avviato un lavoro costruttivo. Addio Lega! Non sarà facile tacitare un amore, una grande idea. Abbraccio tutte le persone che in questo periodo mi hanno espresso solidarietà. Leghisti, colleghi e semplici cittadini. Sono stati una grande medicina! Ora posso riprendere per mano me stessa. L'Alessandra privata può riabbracciare la Guerra pubblica e non sentirla più così distante, altera, aggressiva. Riparto da me. Da dove avevo iniziato. Ho vissuto il partito e gl'incarichi pubblici come un servizio, non un'occasione di scalata sociale. Rimane una grande passione per la politica, per questa terra, per la sua gente che in questo momento ha bisogno di rinnovarsi.
(07 aprile 2008) Lettera al Messaggero Veneto

Il fucile di Bossi.

lunedì 7 aprile 2008

Dai, è facile


Secondo me sbaglia anche l'on. prof. Ceccanti.

Continua: Piccoli Capolavori (realismo e positivismo)


Angelo Morbelli, Pio Ospizio Trivulzio (il Natale dei rimasti) 1903.
Questa opera è dedicata al direttore del Lazzeretto-blog, perchè sappia a chi deve rivolgersi per imbracciare le armi contro i brogli, in difesa dell'equità e comprensibilità delle schede elettorali.
Non siamo soli! noi, nonni attivi e contestatori.

domenica 6 aprile 2008

Scudo spaziale, mancato accordo.

Quale delle due? Sono così simili.


La Vergine delle rocce (Madonna col Bambino, San Giovannino ed un angelo) è un dipinto ad olio su tavola di cm 189,5 x 120 realizzato tra il 1495 ed il 1508 circa dal pittore Leonardo da Vinci.


È conservato alla National Gallery di Londra; il dipinto è molto simile ad un'altra opera del maestro, oggi al Museo del Louvre.Come è noto, esistono due versioni di questo quadro: quella conservata alla National Gallery di Londra, l'unico dei due che fu veramente posto sull'altare milanese (eseguito in parte con la collaborazione di aiuti), e l'altra, interamente autografa e forse di qualche anno precedente, al Louvre di Parigi, la cui vicenda appare oggi alquanto misteriosa. Una terza versione (la cosiddetta Vergine delle Rocce Cheramy), oggi in una collezione privata in Svizzera, è stata attribuita a Leonardo da Carlo Pedretti, ma rifiutata da altri specialisti del settore (tra cui Pietro Marani e Giovanni Agosti).
Mentre la Vergine delle rocce di Parigi, eseguita prima, venne data al re di Francia, questa versione venne venduta nel 1785 al pittore Gavin Hamilton, che la portò in Inghilterra. Una serie di passaggi di proprietà successivi permisero, nel 1880, che la tela finisse alla National Gallery.


Vi è un gioco dietro a queste parole tratte da Wikipedia. Indizio, nel titolo.