martedì 17 giugno 2008

Diario nottambulo


Caro Diario, sono le tre e ventidue di martedì 17 e io avrei continuato a dormire volentieri. Le due partite erano abbastanza deludenti e sono crollata come un pero gnocco cullata dalla voce di Donadoni che mi rassicurava sull'assenza di biscotti.
Ma venti minuti fa la dolcissima cagna, Inès (dopo di lei, lo giuro, nessun altro cane, è insostituibile) s'è messa ad abbaiare svegliando me e, credo, tutto il condominio. Il motivo? Mia figlia era rientrata a casa. L'ora è insolita, abitualmente rientra alle sei, se rientra. Insomma, Inès aveva capito che stava succedendo qualcosa di strano. Di magico e bellissimo.
Così ho aperto gli occhi e mi sono trovata davanti di nuovo lui, il 'ragazzo storico', il 'grande amore'. E sono stata e sono immensamente felice. Così non posso non scriverti. Questa volta è il terzo tentativo e penso durerà. Sì, durerà. Questo è un amore vero, che ho visto costruirsi con dolore in questi due anni, perchè più si amavano più erano infelici. Però non riuscivano a non farlo.
Caro Diario, nonostante tutto rimango un'inguaribile illusa, ma illudersi fa bene al cuore. L'amore esiste. Anche di questi tempi. Loro due si sono dati troppo bene e troppo male, ma gli occhi di mia figlia questa sera sono tornati a brillare e lui era felice e bellissimo. E io non riesco a tornare a dormire. E' un'emozione fortissima.
Gli ho chiesto 'Questa volta quanto dura?' Mi ha risposto 'Poco, vediamo' ridendo e tirando fuori tutta la sua ironia serbobosniaca. Però durerà, perchè questa sera mi sono accorta che sono cresciuti un poco tutti e due. E che continuano a emozionarmi come agli inizi della loro storia, tormentata ma viva, vera. Sono belli, solari, sono il futuro.
Il mio saggio inquilino, continuando a leggere a letto, mi ha detto che 'me par ben'. E ha sorriso anche lui. Sì, caro diario, questa volta me par ben anche a mi. Adesso provo a tornare a dormire, sognando il mio vestito da suocera in una qualche Rocca e pensando a organizzare un buffet in qualche castello. Come si deve fare con una principessa e il suo principe azzurro.
Ps: non è vero che tutto è merda o che va a finire così. Io e il mio inquilino ad esempio, pur praticando la semicastità, ci vogliamo bene da quindici anni. E di questi tempi salvare almeno gli affetti è un modo per continuare a vivere.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ti perdonerò mai l'uso dell'aggettivo " solari", che va uato solo per le creme. Ma quanta De Filippi ti guardi?
Infin, questa esplosione di amori, matrimoni, figli nonè segno della felicità del popolo italiano per il ritorno di berlusconi che alcuni di voi, ignoti del Contesto, vorresta alla cajenna invece che alle barbados?

maria ha detto...

Fran, non badare al cinico commento precedente.
Quando gli occhi sono solari (cioè brillano) noi sappiamo capire. Mia figlia non aveva occhi solari quando era irretita dal grande amore per il musicista spagnolo, era tristissima, anche se era una grande passione.
Adesso ha occhi brillanti: si cucinano insieme il mangiare, si mettono d'accordo su chi passa l'aspirapolvere, sono gentili con la mamma e hanno trovato il modo per mantenere ognuno la propria privacy...che bello quasi quasi mi sistemo là. Per il vestito da suocere poi ci sentiamo.

maria ha detto...

Guarda che venerdì c'è la cena dai carmelitani, gestita in modo hitleriano da Sandro. vai su sentieri e pensieri. Bisogna verificare se esiste ancora il governo-ombra, o questa deriva infantile del blog ha spazzato le nostre poche certezze.

Anonimo ha detto...

Cara Maria, sol chi non lascia eredità d'affetti poca gioia ha dell'urna. Così non mi preoccupo particolarmente degli sberleffi dei rami secchi. Purtroppo venerdì non ci sarò, festa grande di amica, ma su e del tema affetti potremo continuare a parlare. Un infelice in casa rende una casa infelice, una persona felice trasmette felicità. E di questi tempi non è per nulla poco, aiuta il bilancio familiare più della scomparsa dell'Ici. Tu so che comprendi. Kiss
L'intimista