domenica 15 giugno 2008

Diario intimo



Caro Diario, oggi è domenica e purtroppo è tornato il sole, così so cosa fare: stendere la biancheria. Terminate le abluzioni e ascoltata la nostra trasmissione radiofonica che non ci vale un euro per via del contratto che a suo tempo ci aveva fatto la Rai, mi dedicherò alla casa e alla famiglia. Farò la spesa e poi preparerò il frico, i gialletti e i piselli. Tra pappe per i gatti, nuova lavatrice, lavapiatti e varie arriveranno subito le sei di pomeriggio, ora in cui andrò al Pub per l'aperitivo della domenica. Poi si cena con la partita, si seguono i dibattiti sul mea culpa di quello sciagurato arbitro che ha annullato il gol di Toni, ascolterò Donadoni dire per l'ennesima volta che si fida dell'onestà dell'Olanda e la giornata è praticamente finita. Ecco l'ho già vissuta. Posso passare a domani. In attesa della partita di martedì.

Però so che mentre non vivrò anche questa domenica, penserò molto a problemi che mi stanno a cuore, come ad esempio quello dei contratti. A partire dal matrimonio, io coi contratti sono una frana. Quando ho comprato una casa sono riuscita a comprare un appartamento nell'unico condominio d'Italia a cui è stata tolta l'edificabilità (anche se era già stato costruito da tempo). Con i giornali ho avuto solo due contratti regolari e l'ultimo (una pacchia) ho dovuto chiuderlo per motivi di famiglia. Per il resto ho sempre lavorato con la massima libertà, a partire dal 1993. Nel settore meramente creativo agli inizi mi ero iscritta alla Siae, ma nessuno mi stipulava contratti Siae, perchè ci sono anche altre possibilità legali per pagarmi al minimo. In compenso pagavo la Siae e tutte le altre gabelle previste dall'Ordine. Così, mentre quando ero giovane lavoravo ugualmente mossa dall'entusiasmo, adesso non faccio praticamente più nulla, perchè non posso permettermi il lusso di lavorare. Solo per la nuova editrice perchè è onesta. Però non so se le conviene: di solito le varie organizzazioni che impiegano sindacalisti ti spiegano che se ritieni che la posizione dell'editore sia irregolare gli devi fare causa. Così nessuno fa causa agli editori, perchè poi col cavolo che lavora. E nelle organizzazioni che impiegano sindacalisti è difficilissimo trovare un posto. Come dice la mia amica Elena, il vero problema è che ci sono poche poltrone e troppi culi...

Mah. Caro Diario, temo sia arrivato anche per me, come per il Pd, il tempo di radicarmi da qualche parte. Un matrimonio?

8 commenti:

Unknown ha detto...

Ho sbagliato: associazioni che occupano sindacalisti, non impiegano.

Anonimo ha detto...

perchè non ti sposi un clandestino, così gli fai avere la cittadinanza e fai un'opera buona?

Anonimo ha detto...

Ma lui non ha la pensione reversibile

Anonimo ha detto...

E' incredibile come riesci a scrivere romanzi su giornate noiosissime e senza sugo. Sono quasi più interessanti quelle di Francoclaudio, che però si ferma al mattino e non ci racconta cosa fa fino a notte inoltrata

Anonimo ha detto...

A te sciocchino sembrano noiosissime e senza sugo...aspetta a vedere quando avrò preparato i finferli per le pappardelle...banana!

Anonimo ha detto...

Ottimi i finferli e le pappardelle, meglio ancora i nervetti e il frico. La mia cucina è la mia vita. Siamo quello che mangiamo. Se penso alla cena di questa sera 'pesanti con leggereza'

Anonimo ha detto...

Leggerezza ovviamente

Anonimo ha detto...

Sposa un pensionato comunale. Li trovi nei bar alle 7 del mattino