martedì 15 luglio 2008

Anzianità



Cario diario,
sto leggendo un bellissimo libro di una mia conterranea, l'ungherese Magda Szabò. Si intitola "Via Katalin", e racconta l'esistenza di una serie d persone nella Budapest degli anni Trenta.
Mi ha molto colpito il prologo dell'autrice di cui riporto alcune passi significativi.
"Nessuna opera letteraria, né tantomeno un medico, avevano preparato gli abitanti di via Katalin al particolare nitore che l'invecchiare avrebbe portato nella buia galleria percorsa quasi inconsapevolmente nei primi decenni delle loro vite, né all'ordine che avrebbe messo fra i loro disordini e le loro paure, o al modo in cui avrebbe modificato i loro giudizi e la loro scala di valori" (....)
"Nessuno aveva spiegato loro che la fine della giovinezza è terribile non tanto perché sottrae qualcosa, quanto piuttosto perché lo apporta. E quel qualcosa non è saggezza, né serenità, né lucidità, né pace. E' la consapevolezza che il Tutto si è dissolto.All'improvviso si accorsero che l'invecchiare aveva disgregato quel passato che negli anni dell'infanzia e della giovinezza consideravano così compatto e solido: il Tutto era caduto a pezzi e, anche se non mancava nulla, perché quei frammenti contenevano ogni cosa successa fino a quel giorno, niente era più come prima. Lo spazio era diviso in luoghi, il tempo in momenti, gli eventi in episodi e gli abitanti di via Katalin avevano capito che nelle loro intere vite soltanto un paio di momenti e alcuni episodi contavano davvero. Il resto era un semplice riempitivo nelle loro fragili esistenze, come i trucioli che si versano nelle casse prima di un lungo viaggio per impedire al contenuto di rompersi".

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Dopo aver leto questo splendido post, nonna ti chiedo perdono in ginocchio.
Chi mi aiuta a rialzarmi?

Anonimo ha detto...

Chi fa da se fa x tre.

maria ha detto...

cara Essa, riporti pensieri profondi, ma anche molto tristi.
Invece, secondo me, la consapevolezza che tutto è frammento, può accompagnarsi con la leggerezza, che guarda ormai senza essere coinvolta.

Anonimo ha detto...

Maria, non lo trovo triste, ma molto vero. Effettivamente con l'età si tende a selezionare il ricordo, che prima è un tutto ("Tutto") unico, per lasciare vivide solo le immagini che e/affettivamente ci hanno segnato. Anche quelle rimosse, che improvvisamente tornano vivide. O no?

Anonimo ha detto...

Ecome è che io non mi ricordo più niente?

Anonimo ha detto...

Forse non hai nulla da ricordare