martedì 15 luglio 2008

Dedicato alla nonna


Carissimo diario,

dedico alla nonna questo bel raccontino di nonni, per non farci dimenticare.( da http://www.ictrilliniosimo.it/musone/gioeweb/nonni.htm )


VITA IN CAMPAGNA
La famiglia di una volta era molto numerosa: era composta da dieci a venti persone, a volte qualcuna di più.Il lavoro veniva fatto soprattutto a mano, perciò tante braccia erano tanta forza lavoro.Il mezzadro, per ogni figlio maschio, poteva avere più terra da coltivare.I bambini, appena erano grandicelli, anche all'età della scuola, aiutavano i grandi nei lavori più leggeri.Ognuno aveva un compito in base alla propria forza.
La casa era di solito a due piani: al piano di sopra, nella parte centrale, c'era la grande cucina con un camino per riscaldarsi e i fornelli a carbone per cucinare.Qui si mangiava, si chiacchierava, si giocava, si discutevano gli affari, si passava insomma quasi tutto il tempo.Tutto intorno alla cucina erano disposte le camere: quella sopra alla stalla era del "vergaro", perché era la più calda ed era collegata con la stalla, a volte con una botola, perché se di notte avveniva qualcosa di sotto, ad esempio nasceva un vitellino, lui era pronto ad intervenire.C'era anche il "magazzino", quando la casa non aveva una soffitta, dove venivano tenuti i cereali, le patate e appesi i prosciutti, i salami e tutte le parti del maiale che,salate, si facevano durare per tutto l'anno.
Si mangiavano i prodotti della campagna: patate, verdure, polenta, uova, latte quando c'era, "roba di maiale" e, nei giorni di festa, conigli e pollame.Si compravano poche cose: sale, zucchero e, qualche volta, pesce con i soldi ricavati dalla vendita delle uova, degli animali da cortile allevati o delle verdure raccolte nei campi.In casa prima non c'era la luce elettrica, quando poi arrivò, si cercava di usarla il meno possibile.Si avevano pochi vestiti: due cappotti bastavano per tutta la vita, uno quando si era giovani, uno quando ci si sposava; quando erano consumati si "rigiravano" e alla fine si utilizzava la stoffa ancora buona per fare qualcosa per i più piccoli.Niente si buttava. Tutto veniva utilizzato e riutilizzato.
Al piano di sotto c'era la stalla: era l'ambiente più caldo e d'inverno anche le persone vi passavano molto tempo, soprattutto la sera a fare la "veglia" per chiacchierare, giocare a carte o pregare.Era anche il luogo dove qualche volta si faceva il bagno nella "mastella".Le donne vi filavano: preparavano cioè i filati per tessere poi con il telaio a mano, che di solito era in camera o nel magazzino di sopra; la tela veniva poi sbiancata, "curata", bagnandola più volte con l'acqua del fiume e stendendola al sole.I materassi non erano sempre di lana, ma di "sbucce" di granoturco.Al bucato ogni tanto veniva fatta la "lesciva", cioè veniva tenuto a bagno con la cenere.Il sapone era preparato in casa con gli scarti del grasso del maiale e con la soda, non era molto profumato e colorato, ma lavava bene.
A piano terra c'era anche la "capanna", quando non era una costruzione a parte, dove si tenevano tutti gli attrezzi e c'era, un po' interrata, la cantina.Addossata ad una parete, o in una costruzione a parte, c'era il forno per cuocere il pane che veniva preparato in casa una volta la settimana. C'erano infine la porcilaia e il pollaio. Il maiale era allevato con gli scarti della cucina e con altri prodotti del campo, così niente veniva buttato via, non c'erano rifiuti.Il letame prodotto dagli animali veniva utilizzato per rendere fertile il campo.Il lavoro nei campi veniva svolto a mano o con l'aiuto di buoi, anche più paia, attaccate al giogo; solo più tardi si cominciarono ad usare attrezzi e mezzi meccanici a motore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma da dove l'hai tirato fuori questo stucchevole elenco, da contadini benestanti e privilegiati?