sabato 19 luglio 2008

Diario di viaggio


Caro diario,
sono tornata a casa e sono viva. Alla vita non si può chiedere di più. Ieri mattina ho infatti preso un meraviglioso Eurostar in partenza da Trieste alla volta di Roma e tutto è andato benissimo fino a Mestre dal momento che ero praticamente sola o poco più. A Mestre sono saliti i turisti diretti a Firenze e Roma. I turisti hanno una buffa caratteristica, assolutamente incomprensibile per Trenitalia: viaggiano portando al seguito l'intera casa.
Tenuto presente che lo spazio bagagli sugli Eurostar si riduce a un paio di griglie idonee al furto, tutti gli italiani sanno che in treno al limite e se proprio nesecessario viaggi con la borsetta (o il borsello). Giapponesi, americani e canadesi no. Loro si scassano l'intera abitazione in voluminosi trolley che parcheggiano negli angusti spazi corridoio.
Ieri, nel tentativo di raggiungere il vagone ristorante per un sontuoso pasto, sono stata investita dal condominio di una signora canadese. In un primo tempo sembrava una cosa da nulla, solo un centinaio di chili di merce varia sul ginocchio destro (ginocchio dx come l'hanno chiamato oggi). Si evita una plateale bestemmia e si procede.
Arrivata a Roma con inconsueta puntualità ho trovato subito il taxi, ho raggiunto il luogo dell'appuntamento (un simpatico caseggiato d'epoca di fronte a Palazzo Chigi), ho appurato che la mia attività lavorativa è apprezzata più a Roma che a Trieste (aspetto i contratti per dirvi di cosa si tratta) e sono scesa a piedi verso il ghetto, dove avevo l'albergo. Poi ho camminato tutta la città, ma senza salire erte, e alle ventuno ero nuovamente in pista con amici per la cena a Prati. Da Napulè (dove va Baudo, ma anche Buzzanca!).
E' stato allora che, sedendomi, mi sono accorta che il mio ginocchio manifestava alcuni problemi, tanto che dopo la puttanesca con vongole ho chiesto di tornare in albergo, anche se tutti mi volevano velocemente in ospedale. Ho retto stoicamente fino alle sette del mattino ora in cui con un taxi ho raggiunto il Pronto Soccorso di Termini e subito dopo il primo Eurostar diretto a nord. Non senza urla di dolore e timor panico per tutte le valigie made in Japan, Usa e Canada.
A Trieste mi hanno portato le stampelle alla stazione e adesso va un po' meglio. Il medico romano mi ha suggerito un'immediata risonanza magnetica perchè 'il ginocchio è un mistero per tutti, anche per gli specialisti'. Ti scrivo con la gamba fasciata da un'improbabile infermiere romano. Sia lui che il medico hanno preteso di farmi fare una richiesta alle assicurazioni di Trenitalia (penso per giustificare la loro esistenza in quel luogo) e potrebbe anche darsi che il crollo del condominio del Quebec mi frutti altro denaro oltre a quello (molto più cospicuo) che questa gita romana promette di farmi realizzare.
Insomma, dovrei essere contenta. In realtà preferirei avere di nuovo la mia gamba dx. Anche perchè ogni movimento inconsulto mi provoca dolori atroci (in assenza di diagnosi potrebbe essere un tendine infiammato).
Ecco, non vivo bene senza la mia gamba dx. All'assenza della sx mi ero abituata...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Francesca benvenuta tra noi, lobotomizzati della gamba sx, ma perfettamente sostenuti dalla dx.
Il racconto delle tue res gestae, a partire dalla raggiunta notorietà a Trieste, ha tenuto in sospeso un vasto uditorio che supera i confini geografici.
Questa tua avventura romana potrebbe essere segno di probabile beatificazione da parte delle gerarchie preposte: alle volte i barbari si fanno intermediari del grande disegno della provvidenza.

Anonimo ha detto...

Se vuoi approfittare della mia collezione di bastoni...io sono zoppo della gamba sin. ma vanno bene anche per quelli della dx.

Anonimo ha detto...

Carissimi, ho cosparso il ginocchio dx di arnica e aspetto il miracolo (visto che domani è domenica e fino a lunedì di medici non se ne parla).
Ora comincia anche il mal di schiena: che dio stramaledica il Quebec.

mf ha detto...

da arta ho portato un bastone tipico delle solari lande carniche (made in China) che volevo regalare a francoclaudio, ma le tue avventure mi hanno commosso sino alle lacrime, per cui sarei tentato di cedeterlo.