domenica 21 ottobre 2007

le storie di Francesca


C’era una volta il forum dell’Unità. Era molto frequentato dal momento che sostituiva il giornale, per la prima volta nella sua storia chiuso. Nick dai nomi di storici combattenti comunisti si mescolavano a provocatori di destra. In comune avevano una caratteristica: scrivessero cazzate o no le scrivevano malissimo.
Lo scopo del gruppetto degli irriducibili era, oltre alla solidarietà –che non si nega mai- ai compagni giornalisti disoccupati, quello di spingere un qualche editore a riaprire una delle tante imprese editoriali fallimentari della sinistra (tranne che a Paese Sera, che era già chiuso, ho collaborato con tutte e quindi so di cosa parlo). Un gesto generoso e apprezzabile condotto con l’apertura mentale che caratterizza la sinistra italiana.
Vi si potevano leggere frasi tipo “Hasta siempre la victoria!!!!!!!!!!!! Non mollate, siamo con voi!!!!!!!!! ”, “Mio nonno ex partigiano mi raccontava di quando andava a fare diffusione… (segue la triste e soprattutto lunghissima storia del nonno, del padre e della madre e quindi sua alle prese col quotidiano di Gramsci e le feste dell’Unità)”, “L’importanza di tenere viva una stampa democratica e pluralista che dia voce ecc.”.
Per contro i provocatori rispondevano a tono con “Berlusconi è il più grande statista d’Italia” o “Torneranno le camice nere (senza la i perché fa più macho)”. A capeggiarli Linarena, avvocatessa catanese.
Fu proprio in occasione di un feroce scontro su Gramsci che Frana decise d’iscriversi. Il suo primo intervento verteva, se ben rammento, sul danno che la sinistra faceva a se stessa dimostrando pubblicamente di essere un covo di indottrinati ignoranti. S’invitavano dunque i numerosi nick, in memoria di Gramsci, a scrivere in una lingua almeno simile all’italiano.
L’unica che ovviamente capì che Frana era di sinistra fu Linarena, che rispose con uno dei suoi mirabili strali a favore di Berlusconi e della sua cultura. E Frana andò in brodo di giuggiole. Mentre i compagni continuavano a insultare i provocatori e viceversa, Frana (approfittando della neutralità sessuale di un nick e forte delle sue esperienze in seno alla sinistra) decise di concupire Linarena. Più lei aggrediva, più Frana le faceva capire che quella sua passionalità femminile era eccitante. Fu Linarena a suggerire il ruolo di bidello a Botteghe Oscure a Frana. E Frana l’accettò.
Quando Linarena l’accusò di avere una moglie con la pelliccetta e gli orecchini a lampadario come la Melandri, Frana ammise ogni colpa. E si sfogò con lei per l’insoddisfazione che provava ogni volta che vedeva la moglie simile alla Meandri, lui che era maschio sul serio bisognoso di una donna vera.
Il senso dell’ironia dei compagni è noto (lo testimoniano il numero di testate di satira di sinistra chiuse per fallimento) e gli interventi di Linarena e Frana, la loro storia d’amore, infastidivano parecchio, paralizzando un dibattito acceso e molto interessante sulla morte della libertà di stampa portato avanti con lunghissimi editoriali da Paperino, Rifkin e soprattutto Gabryroma.
Lulla, cane sciolto, arrivò per caso al forum dell’Unità, sazia delle cazzate scritte su quello di Repubblica. S’innamorò subito di Frana e ingaggiò una lotta (vinta in partenza con le armi dell’ironia) per strappare l’ormai conclamato bidello di Botteghe Oscure alle grinfie dell’avvocatessa di destra.
La scintilla che unì per sempre Frana e Lulla -fino al punto da fondare un movimento- nacque comunque da un intervento piuttosto duro in cui il bidello, che le aveva viste tutte e tutti, si ribellò all’ennesimo strafalcione grammaticale pretendendo giustizia, se non per l’intelligenza, almeno per la lingua. Lulla andò in visibilio e fondò il Mo’ Basta (di cui trascrivo l’atto costitutivo).
Si costituisce ufficialmente oggi,
venerdì 17 agosto 2001 alle ore 17 e 17
il movimento
Mo'BastaEkkekkazz La Casa dell'intolleranza
Sede: http://www.unita.it/forum/(in caso di contrattempi imprevedibili, rivolgersi al sito indicato da Lulla)
Scopo del movimento è non tollerare più nulli che offendano l'intelligenza, sia essa di sx, di dx, di csx o di cdx.Il movimento si batterà per la tutela del cervello in qualsiasi sua manifestazione a partire dagli embrioni, su cui peraltro è autorizzato qualsiasi tipo d'esperimento. All'ideologa del movimento, Lulla, è affidato il compito di operare, da subito, sulle cellule staminali dell'embrione di for***ani e solo dopo aver controllato l'assenza di crisi di rigetto e di eventuali controindicazioni, potrà esportare la ricerca su microembrioni da laboratorio come Xxxx

2. I risultati ufficiali verranno resi noti da mr. jones, portavoce ufficiale del movimento.Come presidente io, frana, m'arrogo il diritto di prelazione sull'intelligenza di linarena, salvo restando la possibilità di scaricare il vongolone al segretario, non appena il movimento ne avrà uno. Data fissata per il I° Congresso del Mo' Basta l'8 settembre a Venezia. S'invitano gli aspiranti candidati all'insigne carica a sbranarsi tra di loro sul presente forum e a costituire numerose correnti, che sono poi la base per il successo democratico della nostra nuova formazione.
Gli aderenti hanno l'obbligo di essere oltranzisti e intolleranti verso chiunque offenda anche il comune buonsenso (se proprio in totale assenza di intelligenza...); devono essere ironici e autoironici; devono saper scrivere in una lingua almeno comparabile a quella italiana, avere rare doti di sintesi, saper esprimere concetti elevati in modo semplice e comprensibile a tutti; devono partecipare alle attività del movimento, tra cui mangiare, bere e cazzeggiare, pur manifestando un serio (finalmente) impegno politico e culturale, volto al miglioramento della merda in cui ci troviamo.
E' severamente vietato iscrivere a Mo' Basta:1) il Dottore e gli altri due che l'accompagnano 2) Luca Casarini 3) eventuali presenti e futuri segretari di partiti in via d'estinzione, estinti o inestinguibili per raggiunti limiti cerebrali 4) polizia in tenuta antisommossa 5) Folena, altre ed eventuali (soprattutto non minori, adolescenti o quant'altro perchè ne ho già le palle piene di mio)
Fine prima puntata

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Non per darmi arie, ma nel 2001 con Lulla avevamo anticipato la nascita del Pd...

Anonimo ha detto...

Qui ormai siamo al mito, oltre la storia. Siamo a Platone come dice oggi sul Corriere lo scrittore barcolano. Mi aspetto qualche memoria della siora Mariute e poi siamo a posto.

Il signor Mario illetterato

Anonimo ha detto...

Ci vuoi propinare pure la seconda puntata di questa storia triste, ma che più trieste non si può?

Anonimo ha detto...

Ops, lapsus freudiano. Chissà perchè ogni volta che scrivo Trieste, automaticamente digito triste? Sono dislessica o in realtà questa città si corre il richio di odiarla?

Anonimo ha detto...

L'ultima che hai detto (ma non è rischio, è certezza)...e poi ho in serbo anche la terza e la quarta...(Barbiere della Sera), nonchè la quinta...

Anonimo ha detto...

RECENSIONE della Siora Mariute
(affiliata all'Accademia della Crusca- sezione Vernacolo e Ludibrio- e titolare del Caffè Letterario del Blog)
Per la sperimentazione linguistica che filtra memoria e utopia, per l'audacia che spinge l'autrice a percorrere in modo compulsivo le autostrade del postmoderno,
per l'autoironia che coinvolge tutto il portato esistenziale- etico-politico disponibile,
vengono conferiti alla Francesca numero 5 (su 5)bollini di cerificazione -senza stretta di mano, perchè temo che me la stritoli-
I bollini possono essere scambiati con buoni mensa o luganighe o distintivi da comunista tradizionale. Maria

PS: mi avevi confessato che il Nostro Nobel mancato ti aveva fatto smettere di leggere...per fortuna o per necessità interiore è bello liberarsi dei padri, delle madri e dei tolleranti.

Anonimo ha detto...

PPS: mi dimenticavo di Platone, e di Kant (è bello liberarsi) maria

Anonimo ha detto...

Per i miei fieri trascorsi rivoluzionari, equamente suddivisi tra il Friuli e la Venezia Giulia, ringrazio e scelgo un distintivo da esibire al seno nelle prossime serate goderecce .

Compagne, compagni,
Vorrei tenere un discorso degno di questo momento solenne, ma l'urgenza di alcune pratiche improrogabili (ndr: il pollo con patate e olive taggiasche in forno)m'impedisce di dilungarmi. Sarò dunque breve, com'è consuetudine del Nostro grande Partito, della Nostra tradizione, della Nostra storia.
Quando quasi cinquantun anni fa nacqui, non immaginavo ancora di poter intersecare il mio destino con un grande partito condiriso quale il Partito Democratico. Non racconterò tutti i dettagli della mia storia di combattente per la libertà. Sappiate solo che già il primo giorno quasi subito mi liberai, anche se all'epoca non esistevano ancora i Lines. Un paio d'ore dopo - cercherò di essere concisa in modo da lasciare spazio al dibattito- mi riunii su un tavolo programmatico, sperimentando sia quello di destra che quello di sinistra. Sin dal primo giorno fu il secondo ad attirare la mia attenzione, tanto che a mamma vennero le ragadi solo sul capezzolo sinistro.Furono giorni di battaglie durissime. Piangevo, avevo le colichette, ma non mollavo. La lotta per la mia liberazione segnò giorno dopo giorno - cerco di riassumere per permettere alle compagne e ai compagni d'intervenire - grandi passi in avanti per tutto il movimento. A tre mesi ero già in grado di mangiare imboccata una banana schiacciata. E la lunga strada tra me e la libertà, segnata da grandi trionfi, proseguì implacabile con la coscienza che solo la libertà ci conferisce ad ogni buon diritto il titolo di cittadini liberi in quest'Italia democratica e repubblicana. A tre mesi e sei giorni, se ben ricordo... scusate, devo lasciarvi perchè si sta bruciando il pollo. Compagne e compagni, avanti col dibattito.

Anonimo ha detto...

NON seguirà dibattito.
Già son raffreddato, per il freddo e le freddure. Al massimo può seguire cazzeggio.
PS. Dott. Levi nella legge antiblog ci mettiamo un divieto di nostalgie?

Il signor Mario in vestaglia di flanella

Anonimo ha detto...

il Mo' Basta! Un colpo di nostalgia, era il 2001 se non erro. E' passato ormai un secolo ed è scomparsa la voglia di provare a modificare la deriva politica italiana.
Nella storia dei popoli vi sono sempre dei periodi di cicli virtuosi che si alternano, inevitabilmente, a cicli poco o per nulla virtuosi.
In Italia, purtroppo, credo che i primi rappresentino un 5-10 del tempo storico. Mi sono rassegnato al passaggio di questi 2-300 anni di depressione.