sabato 27 ottobre 2007

L'ha detto veramente?


Fonte l'Unità.


Veltroni ha tratteggiato il nuovo partito. Il politico di domani, oltre a smetterla con le beghe, dovrà anche abituarsi all'idea che l'iscritto con la tessera di partito è finito. Ora c'è il cittadino elettore attivo, «altro che antipolitica», ci sono le «primarie aperte per tutte le cariche». È questo per Walter Veltroni il «significato storico» che ha segnato il 14 ottobre: quello che riguarda la nascita di «un partito di cittadini elettori», che «non seguirà i modelli conosciuti, quelli del tesseramento, del politico di professione».

13 commenti:

Anonimo ha detto...

La strada per Damasco...
L'Illuminazione...
Forse le Stimmate, come Padre Pio...
Abuso di Posizione Dominante nel cuore degli elettori...
Uno Spettro si aggira per l'Italia...
dalle "Visioni di Cassandra". Maria
(cena di ieri sera non digerita per carenza di ricette adeguate)
vedasi anche,per ulteriori vaticini nuova email:
lapizia@ hotmail.com

mf ha detto...

Il Mario ha esposto una sua idea, peregrina, ma che lui ritiene seria.
Parte da Bersani, che da Ferrara ha detto che le tessere servono ad identificare i volontari permanenti della politica.
Ma ci sono milioni di persone che non vogliono fare i militanti, non vogliono "appartenere", però ogni tanto vogliono dire la loro.
Che le sezioni territoriali generalistiche siano superate lo ammette lo stesso Bersani; ecco allora che è forse meglio parlare di gruppi di interesse (in senso positivo).
Ecco allora la sua proposta, in due parole. Se si fa il "club" dei blogger vicini all'area del partito democratico, aderisce anche lui. Niente tessera, aggregatore elettronico di blog, tipo Kilombo, per intenderci e tipo qualcosa che in parte c'è già sul sito ds on line. Tessera elettronica.

Anonimo ha detto...

Le tessere sono un fatto pratico, indispensabile per il controllo di un partito tradizionale. Fasci di tessere, portate ad un congresso, possono garantire di diventare "sior sgretario". Una nuova concezione di partito dovrebbe portare alla eliminazione delle tessere. Sarà cosi? Se non fosse illegale accettare scommesse in rete, lo darei alla pari.

Anonimo ha detto...

E come la mettiamo con il finanziamento pubblico?
Il partito rinuncia? Il Blogger accede? Attenzione: non c'è più l'Unione Sovietica.
Maria più lucida ma poco convinta

Anonimo ha detto...

Ma un partito resta un partito...vedi la scelta che hanno fatto da noi di mantenere due gruppi consiliari distinti in regione. E' per una questione di finanziamenti e di personale.
Però Walter ha detto anche un'altra cosa: E' più importante la partecipazione che l'appartenenza.
Io ad esempio desidero partecipare, ma voglio appartenere solo a me stesso.
Questa prospettiva indicata da Walter apre uno spiraglio a gente come me. Se riuscirà a realizzarla e a battere le gastaldie delle tessere...
Il mio motto: tessere senza tessere.

il Mario

Laura Marcucci FVG 2013 ha detto...

io sono antica e polverosa
amo le tessere e anche i politici di professione

Anonimo ha detto...

"Le tessere sono un fatto pratico, indispensabile per il controllo di un partito tradizionale. Fasci di tessere, portate ad un congresso, possono garantire di diventare "sior sgretario". Una nuova concezione di partito dovrebbe portare alla eliminazione delle tessere"

Anche portare 40 amici a votare, indipendentemente dalla loro idea politica (facendo i buoni e dicendo che sono amici e non clientela..), ad un congresso dove non ti chiedono di iscriverti può far diventare segretario..

Il punto è se un partito è feudale oppure se il voto è effettivo. Se il partito è feudale, anche senza tessere il signorotto di turno farà quel che gli pare. Se si vuole far funzionare davvero la democrazia interna, non saranno certo le tessere il problema.

mf ha detto...

Cari Lauretta e Stefan,
fatemi confessare che, dopo la chiacchierata della mitica cena di blogger, provo per voi due una simpatia irrefrenabile.
Ragion per cui soffro a non riuscire a spiegarmi.
Provo con una domanda semplice semplice. Preferite un partito di un milione di tesserati o un partito di tre milioni di partecipanti?
Le uscite di Moretton sul Piccolo (temo l'egemonia dei DS) e quelle della Bindi e di Parisi, forse di Bersani (nuove correnti)non mi piacciono e non mi interessano.
Non sono nato ieri (magari). So bene che, tessere o non tessere, le nomenklature rimarranno, è così in tutto il mondo.
Vi chiedo allora. Vi interessa, può interessare al partito nuovo gente come me che non ha voglia di confrontarsi/mescolarsi con i livelli burocratico/istituzionali, ma che tuttavia ha voglia di discutere?
Tutto qua. Una volta c'era il responsabile stampa PCI, l'indimenticabile dolcissima sen. Jelka Gherbez. Esistono oggi altri modi di far comunicazione e coinvolgimento? In forme nuove coerenti con le innovazioni tecnologiche? Si possono fare blog (bravo Bruno)che non siano copia incolla di bollettini di partito (vedi Moretton)?

PS. Cara Lauretta alla cena ho visto ed altri hanno visto un'interessante minigonna, niente polvere.

Anonimo ha detto...

Da anni non discutevo più di politica (se non al bar) e oggi mi ritrovo a farlo, seriamente, nei blog. Non sarà mica un caso. Altro che tessere, qua è necessario avere il coraggio di cimentarsi con nuove forme di comunicazione che coinvolgano in modo diverso, scavalcando le logore logiche di partito.

Anonimo ha detto...

Mario arrossisco per la simpatia irrefrenabile :-D

Alla tua domanda rispondo assolutamente di sì. E ti rispondo che, forse sono un po' ingordo in questo, vorrei sia il milione di iscritti (magari di più) che i tre milioni di partecipanti (magari di più anche qui). Continuo cioè a pensare che le due cose non siano in contraddizione. L'idea che ho buttato lì sul blog di bruno, dei votanti alle primarie che possano in qualche modo richiedere di venire consultati su un argomento, andava proprio in tal senso. Magari è una scemenza, l'ho appunto buttata lì. Però parliamone. Quando io difendo l'idea dell'iscrizione ad un partito lo faccio anche partendo dall'idea che uno dei presupposti che stanno A MONTE di questo argomento è che anche per chi non vuole iscriversi vadano trovati canali di partecipazione. Poi se non credessi al partito anche dei partecipanti non avrei passato (idem laura) il 14 ottobre dalle 6 di mattina alle 23 di sera a lavorare in seggio.. Vedi, quel che a me preoccupa è che un domani si scopra che per aver rinunciato ai militanti-iscritti si sia costretti a ricorrere a gente stipendiata per fare queste cose. E, questo sì, temo che riserverebbe un bel po' di brutte sorprese. Agli orfani della tessera ma anche a chi voleva partecipare senza iscriversi.

mf ha detto...

Bene, allora siamo abbastanza d'accordo.
Chiarisco che la simpatia non era dovuta alla cerbiattitudine.
Questo ovviamente vale per te, non per Lauretta.

Anonimo ha detto...

Sarà che sono anch'io un pò nostalgica, ma proprio non capisco che significa abolire le tessere. Anche le Associazioni o i Sindacati hanno i loro iscritti e questo non li rende mica dei marziani.
La questione poi è cosa si intende per partecipazione: votare alle primarie i candidati a ogni livello? A me questo tipo di partecipazione proprio non basta!

Anonimo ha detto...

La partecipazione presuppone anche un senso di responsabilità nei confronti della comunità alla quale si intende partecipare. Altrimenti rischia di essere un inutile sfogatoio. Mi ritrovo con quanto ha detto Stefan cok, a partire dal fatto che non si può considerare un abominio tutto ciò che è stato fino ad oggi, nè che esista una contrapposizione (questa sì tutta ideologica) fra iscritto e partecipante. Mi pare che alla fine il nobile compromesso cui siete giunti può essere una buona base di partenza. Ma che occorra sperimentare (molto è stato fatto nei Ds, ma molto si faceva pure nel PCI, addirittura) è un dato ineludibile.