domenica 1 giugno 2008

PUON KOMPLEANNO, REPUPPLIKA ITALIANA









Cari amici e simpatizzanti di quest blog, abbandonato (non definitivamente) dal suo fondatore e direttore, il mitico Signor Mario, non trovo modo più significatrivo per celebrare la festa della Repubblica, se non trascrivervi, senza manipolazioni, una parte del discorso papale tenuto alla Conferenza Episcopale Italiana ( 29 maggio 2008).

“Cari Fratelli Vescovi italiani, non solo nell'importantissimo ambito dell'educazione, ma in certo senso nella propria situazione complessiva, l’Italia ha bisogno di uscire da un periodo difficile, nel quale è sembrato affievolirsi il dinamismo economico e sociale, è diminuita la fiducia nel futuro ed è cresciuto invece il senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie, con la conseguente tendenza di ciascuno a rinchiudersi nel proprio particolare. E’ proprio per la consapevolezza di questo contesto che avvertiamo con particolare gioia (leggasi CIOIA) i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo. Esso è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione. E ciò che conforta è che tale percezione sembra allargarsi al sentire popolare, al territorio e alle categorie sociali. E’ diffuso infatti il desiderio di riprendere il cammino, di affrontare e risolvere insieme almeno i problemi più urgenti e più gravi( leggasi URCENTI e CRAVI), di dare avvio a una nuova stagione (leggasi STACIONE) di crescita economica ma anche civile e morale. Evidentemente questo clima ha bisogno di consolidarsi e potrebbe presto svanire, se non trovasse riscontro in qualche risultato concreto. Rappresenta però già di per sé una risorsa preziosa, che è compito di ciascuno, secondo il proprio ruolo e le proprie responsabilità, salvaguardare e rafforzare. Come Vescovi non possiamo non dare il nostro specifico contributo affinché l'Italia conosca una stagione di progresso e di concordia, mettendo a frutto quelle energie e quegli impulsi che scaturiscono dalla sua grande storia cristiana. A tal fine dobbiamo anzitutto dire e testimoniare con franchezza alle nostre comunità ecclesiali e all'intero popolo italiano che, anche se sono molti i problemi da affrontare, il problema fondamentale dell’uomo di oggi (leggasi OCCI) resta il problema di Dio (leggasi TIO). Nessun altro problema umano e sociale potrà essere davvero risolto se Dio non ritorna al centro della nostra vita.” Fine testo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ha detto niente sui gatti?

Anonimo ha detto...

Ho conversato a lungo oggi con Scartazza. Dovevo spiegargli perchè venerdì gli abbiamo tolto le palline. Mi ha spiegato che a lui la cosa non è piaciuta molto, ma in fondo in fondo adesso si sente più tranquillo perchè anche quel birillino che veniva fuori ogni momento gli creava problemi(se lo doveva leccare e questo causava gengivite ed era impossibile curare la gengivite se lui continuava a leccarsi il birillino, perchè poi i microbi passavano al birillino, ecc.). Insomma una bella castrazione fa stare tutti meglio. Beati i castrati perchè di loro è il regno dei cieli.

Quanto alla centralità di Dio nella mia vita manifesto dall'infanzia dei problemi di baricentro. Sono lunga e magrissima, però pure gobba. Solo un matematico puro potrebbe indicarmi almeno le coordinate per una centralità in generale. Figuriamoci divina.

Però, se vi vengono delle idee facciamo pure degli studi sulla centralitò e sul centro che mi pare un argomento che va per la maggiore.

Anonimo ha detto...

Sono deluso dal clima nuovo, fiducioso, costruttivo e da questi rapporti sereni tra le forze politiche: ormai sono senza lavoro.
Licenziato in tronco. Almeno da precario guadagnavo poco, ma tiravo avanti. Prorio adesso che cominciavo a pensare alla pensione.
Sulla centralità di Dio, dico alla povera carmelitana "guarda all'interno di te stessa (area gastroenterica)e cerca di farla funzionare".