mercoledì 4 giugno 2008

E' stato bello, ma non poteva durare per sempre


Care amiche e amici, domani 5 giugno la mia casa editrice ha deciso di deportarmi in questa simpatica villetta in località Cogne (Aosta). Loro sostengono che partiremo alle 7 del mattino e per le due o le tre di notte saremo di ritorno a Trieste, ma io so che non sarà così.
Parto armata di mestolo e vestita a strati, visto che grazie alle piogge incessanti e alle frane che incombono le temperature si stanno avvicinando allo zero. Parto ossia mi stacco dal computer per oltre ventiquattro lunghissime, interminabili ore.
Vado a presentare ai venditori un libro per bambini di cui so solo che l'ho scritto io, nemmeno il titolo. Come luogo d'incontro avevo suggerito Erba - più consono in virtù dei buoni rapporti di vicinato con la mia di sopra di casa-, mi sarebbe andata bene Perugia (più internazionale) e al limite persino Novi Ligure (anche se non porta bene alle mamme). No. Cogne.
Ebbene, parto con gli zoccoli e il mestolo in valigia, e già tanta nostalgia di voi nel cuore. Quando tornerò nulla sarà più come prima. Avessero almeno scelto anche loro Taormina...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

l'ampolla con la formalina la porti?

Unknown ha detto...

Certo, la lascio come prova sotto il lettone a fianco delle pantofole insanguinate e dei pantaloni del pigiama sporchi. O davanti alla porta dei vicini. Vedrò, devo decidere.
Però se facciamo -già che ci siamo- una capatina alle sorgenti del Po potrei anche lasciarla là, avvolta in una bandierina verde. Scartazza è a favore del decentramento, direi che a modo suo ne è un simbolo.

Anonimo ha detto...

I destini di Maria e mio sono indissolubilmente legati. Sembra incredibile, ma anch'io, proprio oggi, ho un incontro con l'editore di una cacatina che ho scritto. Solo che io devo arrivare in Galleria Rossoni, e non più in là.
Basterà, calcolo, che mi porti panino con la cotoletta impanata e borraccia di grappa.