domenica 17 agosto 2008

La mucca


Tema: "La mucca"


secondo l'interpretazione di Baici Francesco, alunno della III classe unica


(da Scuola modello, 1947- tratto da "All'ombra del Tinisa", n. unico 1955)



"La mucca è la moglie del mucco. essa vive nella stalla perchè in casa sporcherebbe. Essa non domanda mai permesso per fare la pipì. La mucca ha due gambe davanti e due dietro. Ma di dietro è ancora una gambetta più fine che la chiamano "coda" e che non arriva per terra. La coda serve per parare via le mosche e i tavani.La mucca si chiama anche vacca ed ha la testa como il cavallo, ma tutta differente; perchè ha due corni che si fanno i codari per mettere le coti quando si sega il fieno. La mucca ha una bocca come un forno, essa è fienifora perchè si mangia un taulato di fieno. La mucca si la tiene perchè dà latte; la quale si fanno il formaggio, la ricotta e la sponghia, che poi diventa onto. Il latte la mucca lo tiene in un sacco, che è sotto la pancia.Io non sono capace di sapere come si chiama per taliano questo sacco, ma in friulano lo dicono "uvri". Il latte viene fuori da quelle spine che sono sotto il sacco e che bisogna tirarle e struccarle. Questo si chiama molgere la mucca. Quando la molgono la mucca fa "moo, moo...". Poi la mucca da la bogaccia, che si chiama letame. Io ho una mucca che si chiama "sisila" . L'anno passato ne avevo due, ma una è morta con un ferro di guggia. Mio nonno ha chiamato il vetrinario che ha detto che era malata e fraida patocca e che bisognava sepelirla. Ma il vetrinario non capisce gnente e mio nonno più furbo di lui, la ha copata e ha fatto pindule che abbiamo mangiato per tre mesi. Io amo la mia mucca"

4 commenti:

mf ha detto...

Con la mucca in pratica abbiamo fatto 63000, forse anche grazie a Cara Democrazia.
Academia, per il popolo, con il popolo

Anonimo ha detto...

meno 3, academia, con la gente,per la gente, gentilmente

Anonimo ha detto...

Questo scolaro di III C merita la nomina Honoris Causa, all'Academia. Soprattutto per lo sforzo di tradurre la nobile e complessa lingua friulana in TALIANO patocco.

Anonimo ha detto...

Il testo, bellissimo, mi ricorda molto un cineoperatore sloveno della televisione svizzera che in Austria, addentrandoci nella valle di Haider, mi raccontò la tristissima storia del maiale che amava. Nutrito per anni con tutto il meglio, trattato come un figlio, venne il giorno in cui fu costretto a purcitarlo. Soffrì molto, ma erano veramente anni che non era riuscito ad avere dei salami così buoni.