mercoledì 20 agosto 2008

Invasioni russe, altro che fascismo













In questi giorni cade l’anniversario della repressione della primavera di Praga (20-21 agosto 1968), 12 anni prima era stata la volta di Budapest, poi ci sono stati Afghanistan, Cecenia e tanto altro, oggi c’è la Georgia e la prospettiva di guerra fredda.

Ma ci sono buone notizie sul fronte turismo.

Il sindaco di Olbia dice che il turismo, in Sardegna, è monopolizzato dai russi, che il rublo è la moneta più scambiata nei resort.

"Questo è l'anno del boom dei russi. Il 90% delle spese nei negozi di lusso e degli investimenti immobiliari passano da loro".

In Turchia da anni si ripete l’invasione estiva: ad Antalya si parla praticamente solo russo, i dollari USA ormai non li vuole più nessuno, nei ristoranti si servono specialità russe (e anche polenta caucasica).

Ecco, gentili e valorosi accademici, non so che opinione avere: penso che queste cose sono molto lontane e quindi non mi preoccupo del fascismo (anche se qualcuno dice che sta ritornando) e neppure dalla guerra fredda, che tanto non scotta la povera gente, ma raggela il cuore dei potenti.

Mi sembra poi che la pubblica opinione se ne freghi di Berlusconi che non si fa vedere in giro a Porto Rotondo.
Mentre gli anni scorsi invitava il suo amico Putin al mare, adesso gli parla solo al telefono (così si consumano e finiscono le amicizie più belle!?).
Forse anche il Cavaliere non sopporta più la confusione e l’invasione di tutti i russi a cui ha dato troppi buoni consigli.

Nessun commento: