mercoledì 30 luglio 2008

ERO UN CONSUMATORE



Ero un bravo cittadino senza ubbie
e badavo solamente a cose mie:
davo il voto a chi sedeva già al potere
per timor d'avere qualche dispiacere;
concordavo col padrone e la Questura
su un progresso senza l'ombra d'avventura.
La mia pace fu, però, pregiudicata,
per il fatto che mi piace l'insalata.

La condivo con genuino olio d'olivo;
ero ignaro ch'era olio di somaro,
messo insieme a carogne di balene;
l'olio è sterilizzato,
contraffatto e adulterato,
reni, fegato e budella mi schiantò.

Per escludere del tutto dai miei pasti
il pericolo di condimenti guasti,
fui costretto a eliminar dalla cucina
burro, lardo, grasso, strutto e margarina.
Ed a forza di pensare, infine volli
far la prova di mangiare solo polli:
polli lessi, fatti in pentola, alla buona,
con dell'acqua, sale, pepe e qualche aroma.

Ma i pollastri son più grassi se li castri,
e i capponi son castrati con gli ormoni,
che son cose sempre un po' pericolose,
tant'è vero che io, adesso,
sono lì per cambiar sesso
e una femmina tra un po' diventerò.

Abitavo in un moderno appartamento
con struttura "a faccia vista" di cemento,
marmo rosa nel soggiorno e nell'ingresso
e mosaico rosso e verde dentro il cesso;
il mobilio, per mio gusto personale,
era in stile barocchetto e chippendale,
ma convenni, poi, con grossa delusione,
che l'alloggio era di speculazione.

L'impresa, per ridurre un po' la spesa,
ha messo, anziché cemento, gesso;
con cura ha ridotto l'armatura
e così l'appartamento
con struttura di cemento
una notte sulla testa mi crollò.

*

E così, per questa storia sfortunata,
mi trovai colla salute rovinata,
e mia moglie mi privò del proprio affetto
e restai senza famiglia e senza tetto;
immerso in una gran disperazione,
cercai conforto nella religione,
sperando di ottener consolazione
in atti di profonda devozione.

Ma, pensate!
Le candele eran truccate:
dopo un poco non facevano più fuoco.
Che disdetta! Anche l'acqua benedetta
era stata mescolata
con dell'acqua sconsacrata
che, per sempre, la mia anima dannò.

*

Fui convinto d'aver perso la partita,
non cercai più alcun conforto, dalla vita;
mi decisi, lì per lì, di farle corte,
e cercare quel conforto dalla morte.
Sono andato in farmacia una mattina,
ho comprato mezzo chilo di stricnina,
poi mi son nascosto, presso il Cimitero,
e ho mangiato il mezzo chilo, tutto intero.

Or saprete come mai qui mi vedete,
ben vivo, sano, trullare e giulivo:
per dire come tutto andò a finire
la stricnina ingurgitata
era stata adulterata
e soltanto una diarrea mi procurò.

Fausto Amodei, 1960

...

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Da TUTTAPATATA a TUTTAPOESIACOLTA. Da non credere!

Anonimo ha detto...

la patata è un tubero raffinato.

Anonimo ha detto...

Scorfano con patate, poesia del palato.

Anonimo ha detto...

ieri ho raccolto due patatine in Croazie e le tengo come portafortuna

Anonimo ha detto...

avete finito di commentare l'autore e non il post?

Anonimo ha detto...

si commenta non l'autore, ma la parte da lui talmente prediletta che ne fa il suo vessillo e stemma e casata

Anonimo ha detto...

vessillo + stemma + casata = tuttapatata