domenica 27 gennaio 2008

Anche per le vittime di altri GENOCIDI



Orhan Pamuk







Il giorno della Memoria ci concentra sui campi di stermino nazisti, le leggi razziali e le atrocità commesse nei confronti del popolo ebreo e di altre minoranze, nell’Europa del XX sec.

E voglio ricordare il primo genocidio pianificato della Storia contemporanea: quello degli Armeni.
Dal 1895 al 1922, in varie ondate e con modalità brutali, senza tecnologia da “fabbriche dello sterminio”, fu perpetrato dal nazionalismo turco un gigantesco progetto di pulizia etnica. La stima è di 2.500.000 morti, fatta la media, da fonti e documenti ufficiali.
Gli Armeni non hanno avuto un processo di Norimberga e, a tutt’oggi, la Turchia non riconosce il genocidio.
Lo scrittore turco Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura, che ha sollecitato il suo paese a smettere il negazionismo, è stato condannato per atteggiamento antipatriottico.
La maggior parte degli Armeni della diaspora vive in Francia, il cui Parlamento ha varato leggi di tutela per la minoranza Armena e punisce con il carcere la propaganda negazionista.
Secondo alcuni la Turchia non potrà entrare nell’UE, se non riconosce le proprie responsabilità storiche. Secondo altri la cosa è irrilevante, e vengono fatti prevalere motivi di utilità e integrazione economica e commerciale.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Con tutto il rispetto dovuto al dramma del popolo Armeno, mi sembra che ci siano altri 364 giorni all'anno per ricordarlo.

Amy

Anonimo ha detto...

Infatti, con tutto il rispetto, se ne parla continuamente.
Io, per esempio, non ne so quasi niente.

mf ha detto...

Lasciamo il giorno della memoria fuori dalle polemiche e ricordiamo che che chi dimentica la storia è condannato a riviverla.

Ho avuto l'opportunità di visitare il più tristemente famoso tra i Lager esistenti per l'altissimo numero di vittime che ha contato e l'inaudita ferocia delle SS che vi operavano: Auschwitz-Birkenau.

La visita del campo è stata sconvolgente: riscoprire le condizioni in cui erano costretti a vivere i deportati, mi ha fatto molto riflettere. Abbiamo visitato le baracche, le camere a gas, la cosiddetta “sauna”, ho visto le dure condizioni igienico-sanitarie, ho sentito sulla mia pelle il freddo che i prigionieri dovevano affrontare con delle semplici tute di cotone e degli zoccoli di legno, ma soprattutto, ho avvertito il gelo interiore ed una infinita sensazione di malinconia e tristezza.

Ho visto le infinite matasse di capelli tagliati ai prigionieri, gli effetti personali (occhiali, valige, scarpe, ecc.), che si erano portati dietro al momento dell'arresto, inconsapevoli dell'orribile destino che li attendeva.

Così alla compassione e alla comprensione per coloro che furono deportati, si è aggiunto un senso di rabbia e di delusione per il cinismo e la lucida razionalità di così tanti individui in nome di una pretesa superiorità “razziale”.

Ho visto con i miei occhi fino a che punto possa arrivare la malvagità dell'uomo.

Proprio per questo, insieme alle testimonianze delle due sorelle Andra e Tatiana Bucci e del signor Marcello Martini, sopravvissuti alla deportazione, sento l'esigenza di farmi portavoce in prima persona di ciò che ho visto, per far sì che questi rimangano luoghi della memoria;

per far sì che questi soprusi non avvengano mai più, e soprattutto perché, come diceva il filosofo spagnolo George Santayana:Chi dimentica la storia è destinato a riviverla….

Benedetta Bellucci (Classe 5A, provincia di Siena - ERICA)

Ps. Come sembrano lontane da questi fatti le nostre vicenduole politiche che riempiono oggi le pagine dei media, tradizionali e no

maria ha detto...

L'intento con cui ho pubblicato la tragica vicenda del popolo Armeno è proprio questo: cercare di vedere la storia di tutti, anche da un'altra prospettiva, senza nulla togliere alla dovuta memoria che si celebra oggi.
Mi è semplicemente sembrato il giorno più adatto: per rompere il silenzio, per sollevare attenzione sulla vicenda storica, altrimenti confinata a curiosità di politica estera, senza ripercussioni, su possibili atteggiamenti dell'UE. Per tenersi lontano dalle demonizzazioni e dai pregiudizi.

Chiarisco anche che non voglio polemizzare con nessuno (solo col governo turco). I turchi che ho conosciuto, gente comune, operai sui siti di scavo, docenti della sovrintendenza alle antichità,cuoche e contadine, sono gente disponibile, simpatica e laica, normalmente all'oscuro di genocidi e quant'altro, normalmente vivente i problemi quotidiani...e per niente convinta di voler entrare in Europa.
Voglio molto bene ai Turchi e là ho lavorato con soddisfazione.

Amy ha detto...

Da parte mia non volevo essere polemica ma confesso, Maria, di aver stracapito, di primo acchito, le intenzioni del post.

Anonimo ha detto...

Ecco, meno male che ci siamo chiariti. Trasformare le giornate commemorative in una disputa fra morti è un rischio reale, che almeno fra amici di blog è auspicabile evitare.

Il riferimento al genocidio armeno (che Hitler, con una frase divenuta celebre, utilizzò come esempio per far digerire la soluzione finale ai gerarchi perplessi) è saggio, e serve a ricordarci i milioni di morti ammazzati nel secolo scorso per ragoni etniche, religiose, politiche o personali.

Anonimo ha detto...

Quest'anno ho evitato di postare qualsiasi cosa, riguardo al giorno della memoria. Il ricordo è ancora troppo vivo e il dolore troppo forte per rifugiarsi nelle parole.
Meglio cercare un amaro sorriso parlando delle piccole, ridicole miserie giornaliere, che affliggono il nostro povero Paese. Tra le quali il buonismo, che vieta di sentirsi ancora in lotta contro i fascisti che,tuttora numerosi, infestano la nostra vita politica.

Anonimo ha detto...

L'idea del giorno della memoria limitato allo sterminio degli ebrei ha purtroppo il sapore amaro del primato di un olocausto rispetto ad altri altrettanto gravi. Dato che non si puó dedicare un giorno per ogni olocausto sarebbe piú che giusto dedicare il giorno della memoria a TUTTI gli olocausti che la storia umana ha purtroppo conosciuto.
Non esistono primati nella sofferenza, né é morale sfruttare la sofferenza per vantare un primato morale su altri...

Anonimo ha detto...

L'idea del giorno della memoria limitato allo sterminio degli ebrei ha purtroppo il sapore amaro del primato di un olocausto rispetto ad altri altrettanto gravi. Dato che non si puó dedicare un giorno per ogni olocausto sarebbe piú che giusto dedicare il giorno della memoria a TUTTI gli olocausti che la storia umana ha purtroppo conosciuto.
Non esistono primati nella sofferenza, né é morale sfruttare la sofferenza per vantare un primato morale su altri...