domenica 27 gennaio 2008
I tre punti di Veltroni.
Veltroni era all’opera per la stesura di un programma sintetico: solo tre punti, perché servono sintesi, efficacia e comprensibilità (il popolo è bue, si sa).
1. Fare una legge elettorale che consenta a chi vince le elezioni (cioè Berlusconi) di governare senza problemi.
2. Andare alle elezioni da soli, senza allearsi con altri partiti (per essere sicuri al 100% che vinca Berlusconi).
E il terzo? Stranamente non ha fatto in tempo a renderlo pubblico. Alcuni maligni sostengono che i primi due hanno gettato nel panico l’intero centrosinistra e che i tutori del segretario (D’Alema, Fassino e Bersani) si sono precipitati a metterlo a tacere. Altri dicono invece che non è riuscito a trovare una formulazione che fosse politicamente corretta e rispettosa della parità fra i sessi. Forse entrambe le spiegazioni sono valide.
Gli insider del pluriblog sono in grado di rivelare quale fosse il famigerato terzo punto.
3. Ogni elettore del partito democratico si procura un grosso martello e, ad una data fissata autonomamente dal segretario senza ricorrere ad estenuanti mediazioni e compromessi, si assesta una pesante mazzata sui maroni.
Qui è caduto l’asino. Perché il dinamico duo Veltroni-Franceschini si è domandato: e le elettrici cosa si martellano? Non essendo riuscito a risolvere la questione, Veltroni ha gettato la spugna ed ha lasciato incompleto il suo programma. Infatti i tutori hanno già messo in dubbio anche i primi due punti, povero Walter.
Voglio esprimergli solidarietà (la meritano Mastella e Cuffaro e non walterino?) e per dimostrare che ho fiducia nella sua guida illuminata, propongo di attuare il punto 3 del programma, autonomamente ed entusiasticamente, senza estenuanti mediazioni e compromessi.
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9 commenti:
E qui, caro Sandro, non concordo. Le martellate alla tafazzi ce le siamo date negli ultimi dodici anni.
Se adesso Walter, uomo non nuovo, ma abbondantemente usato, riesce ad andare alle elezioni da solo, perderà, certo, come perderebbe se mettesse nella coalizione anche Grillo e Adinolfi, ma da una sconfitta chiara potrebbe nascere una rivincita altrettanto chiara (magari tra vent'anni).
Resta il fatto che gli italiani sono antropologicamente di destra e non si può violentarli più di tanto.Forse si può convincerli piano piano, con dolcezza e con un elevamento del tasso di cultura di base.
Rimane una speranza: l'Inter, che dopo tanti anni di sconfitte ad opera di Moggi e di Berlusconi, oggi vince.
Che sia un segno?
Rimango della mia idea. Pensare che debbano servire altre batoste per ritrovare la via della politica non mi convince per niente.
E poi dove sarebbe la novità? Nel 2001, dopo il "tradimento" di rifondazione che aveva fatto cadere Prodi nel 1998, l'Ulivo decise di andare alle elezioni senza allearsi con la sinistra, candidando a premier Rutelli, il quale si era guadagnato una reputazione politica facendo per dieci anni il sindaco di Roma (toh, che coincidenza). Andò come andò ed abbiamo subito il disastro del quinquennio di Berlusconi, che evidentemente tutti hanno già dimenticato.
Adesso vedo riproporre lo stesso identico schema. E allora? Andiamo avanto così fino a quando?
Invece di parlare solo di alleanze, di strategie, di intrighi, non potrebbero fare un po' di politica, quella vera?
Sull'Inter non so nulla, ma anche il Bologna vedo che è in testa alla classifica, non mi ricordo dov'era nel 2001.
Ma ricordo dov'era la Virtus nel 2001: al vertice d'Europa. Quest'anno rischia la retrocessione. Che sia una segno?
Sarà difficile che il popolo si avvicini al centro sinistra: noi gente semplice la cultura la rispettiamo, quel che non ci va giù sono gli snob.
Chiedo scusa per gli errori di battitura del precedente commento. Ma a Mario vorrei dire che nei 20 anni di maturazione del centrosinistra sconfitto ed all'opposizione (opposizione in che senso, mi chiedo), tra le tante perle che ci preparano vedremo abolita o comunque stravolta la legge 194 (basta leggere le recenti interviste dei nostri futuri ministri). E sarà questo il felice esito del bel dibattito sulle quote rosa. Tanti bei discorsi (vuoti) sull'esigenza di candidare donne di sinistra per essere governati da uomini di destra. Bene. Ma certo, votando le brillanti liste a sessi alternati del PD, consentiremo ad un manipolo di amanti/mogli/amichette di garantirsi anch'esse lo stipendietto e la pensioncina da parlamentare. E' questo il ruolo che spetta all'elettore democratico.
E io come faccio (a realizzare il terzo punto)?
Le radical chic prive di maroni sono esentate dal punto 3 in attesa delle direttive previste dalla Nuova Politica Femminile dettata dal Ministero dell'Osservanza Vaticana di prossima istituzione.
Appunto perchè il paese E'(e sempre SARA') antropologicamente di destra, antropologicamente cattolico, antropologicamente bisognoso di sicurezza, deve decollare la Politica. Basta con l'inseguimento del consenso e delle formule per accontentare tutti. Lo sappiamo perchè Prodi è stato scelto da D'Alema e per quali interessi sostenere. Lo sapevamo che Uolter doveva solo far bella figura.
Il famoso Ircocervo PD, oltre a fondarsi, che risposte ha dato ai problemi?: solo mediazioni e temporeggiamenti.
E ha giocato al piccolo chimico con sta menata (lasciatemelo dire) delle quote rosa alternate. Che genialità qualificante! atta a risolvere pulsioni algebriche o sensi di colpa? Maria
Apprezzo il consiglio cautelativo, anche perchè sono sempre alla ricerca di quello di destra e di quello di sinistra. Per il momento non vedo niente. Mi assicurate che dirà il Vaticano da dove iniziare?
L'appiamo cià tetto.
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