mercoledì 30 gennaio 2008

Fiabe: Cappuccetto Rosso










La mamma aveva dato l’incarico a Cappuccetto di andare dalla nonna, per portare un cestino con buone cose da mangiare.

Bisognava attraversare il bosco scuro, pieno di pericoli e insidie.

E c’era il Lupo cattivo.

Cappuccetto era incosciente, la sua mamma era proprio stupida. Comunque, questa mamma stupida e ansiosa aveva fatto molte raccomandazioni a Cappuccetto, le aveva consegnato anche un prontuario di regole, nel caso dovesse fare brutti incontri (Ircocervi, Satanassi, Orchi).

In effetti io, che vi sto raccontando la favola, avrei lasciato crepare la nonna (che non era mica sgaia come la nostra Stella), perché una figlia è più importante.

Andò tutto alla rovescia. Il Lupo, sempre più scaltro, non cercò di sorprendere
la bambina nel bosco, e così fu verificato che le regole erano inutili.
Delle altre paventate insidie, nemmeno l’ombra.
Il piano del Lupo era raffinato: andò subito a mangiarsi la nonna.
E avrebbe funzionato anche il diabolico progetto di papparsi in aggiunta
la bimba, se il Lupo non si fosse addormentato e se non fosse intervenuto,
prima della digestione, quel pirla di cacciatore che mandò a monte, per puro
caso, tutti i piani.

Il Lupo, benchè rimasto senza il suo succulento banchetto, non si è affatto
pentito, gli è bastato dimostrare carità cristiana, e adesso è pronto a mangiare,
con più appetito di prima.
Quell’ingenua di Cappuccetto rosso, sempre per non dispiacere alla mamma,
alla nonna e alla CEI, ha accettato di fare la pace con lui e lo ha perdonato.
Per di più, tiene il broncio al cacciatore perchè è stato così violento
nell’intervenire a risolvere la situazione.

Queste cose succedono solo nelle favole, avete capito, bambini?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

io non ho capito; sono un po' confuso...

Anonimo ha detto...

Ecco! il tipico dislessico border line.