lunedì 11 febbraio 2008

Rosa, rosae.

"Se dall'altezza a cui poggiano le robuste penne dell'Aquila taluno si facesse a rimirare la valle dell'Umbria, scorgerebbe in mezzo ad essa a grandi linee scolpita una vaga figura di fiore a siffate forme e contorni da somigliare una rosa ..." (G. Bragazzi, Rosa dell'Umbria. Foligno 1864 pag, 206)


La rosa è un fiore affascinante. Quei petali fitti, stretti e avvolti fra loro alla base, che si schiudono e si lasciano vedere solo un poco, solo nei bordi esterni, nascondendo fra loro chissà quali mondi, attraggono e fanno sognare.

Non so se il Bragazzi (avvocato e scrittore 1808-1884) quando denominò Foligno “la rosa dell’Umbria” abbia pensato anche a questo.

Certamente voleva fare un complimento alla città. Di certo si sa che ad ispirarlo fu principalmente la collocazione geografica di Foligno nel mezzo della Valle Umbra, circondata da graziose cittadine appollaiate sui colli circostanti. Proprio come i petali intorno al bocciolo.

A me però piace pensare alla mia città come ad una rosa nel senso che ricordavo all’inizio. Perché il fascino della rosa somiglia molto al fascino di Foligno.

Una città, la mia, che non è appariscente. La sua bellezza non si esprime con edifici e monumenti maestosi o con la perfezione del borgo medievale conservato o ristrutturato.

La sua bellezza sta nei particolari delle facciate dei palazzi, nel mix di stili e di epoche che quelle facciate esprimono, nelle architetture e nei giardini che si aprono dietro ai portoni austeri ed anche un po’ anonimi, negli affreschi dei palazzi, nelle prospettive che si colgono all’inizio di una via o quando da una via si entra in una piazza, nei vicoli variegati.

Cogliere questo è possibile solo per chi le dedica tempo ed attenzione. Come per scoprire cosa c’è tra i petali di una rosa, quando si schiude fino alla sfioritura. Come per scoprire le persone.

PS1: si, il petalo in alto è proprio Spello.

PS2: a proposito di simbologie, Foligno, oltre che nucleo della rosa, sarebbe anche "il centro del mondo"

PS3: se proprio vogliamo darle un colore, la rosa in questo caso non sarà certamente bianca, bensì rosa, come le pietre con cui Foligno è costruita.

http://www.argoweb.it/folignate/folignate.it.html

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ahhhh respiro. Questa è aria buona

maria ha detto...

Come mi vergogno di essere caustica, irritata, nevrotica e poco generosa con questi inevitabili compagni di strada che coltivano rose bianche, rose arcobaleno, rose rosa, rose verdi.
Bisogna che impariamo ad apprezzare le rose che abbiamo, anche se frutto di innesti e incroci.