“Ho 39 anni e abito a Napoli. A causa del lavoro precario e altre incertezze, solo recentemente ho potuto pensare di mettere al mondo un figlio.
Ero contenta, e con me il mio compagno. Ho fatto tutte le analisi e i controlli. Alla fine di gennaio il responso dell’amniocentesi: il mio bambino soffriva della sindrome di Klineferter, un'anomalia cromosomica. Se la gravidanza fosse giunta a termine, ci sarebbe stato il 40% di possibilità di un deficit mentale.
Ho (abbiamo) passato dei giorni disperati. Poi ci siamo rivolti al sostegno psichiatrico che ci ha aiutato ad affrontare una decisione. Con un certificato mi sono sottoposta, nella 21^ settimana, a regolare aborto terapeutico al Policlinico II.
Il mio bambino è nato morto, pesava 460 grammi: il più brutto giorno della mia vita.
Il feto (loro lo chiamano così) e la cartella clinica sono stati sequestrati dai 7 agenti che hanno fatto irruzione nel reparto. Mentre uscivo dalla sala operatoria, ancora intontita dall’anestesia, mi hanno fatto un mucchio di domande, e se, per abortire, avevo pagato.
Mi dicono che c’è stata una denuncia anonima e che gli agenti non avevano neppure un mandato di perquisizione.” Fine del racconto.
2 commenti:
Il fatto che ha indignato gli inquirenti, il dott. Ferrara e il clero tutto, oltre all'ampolla di S. Gennaro, è stato che il feto si è rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda.
.. linkati ;-)
Liby
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