Il pluriblog nasce per caso e per fastidio. Per caso perchè la maggior parte degli autori si è conosciuta ad una cena. Per fastidio perchè io Mario, che avevo dato vita al blog , mi irritavo con me stesso e con gli altri blogger per questa caratteristica originaria di essere, il blog, un po' il diario da ragazzini in cui si confessano gli innamoramenti per la compagna di banco e si filtrano i commenti per timore di provocatori e perturbatori delle proprie verità.
Allora ho pensato ad un blog plurale, che ospitasse diverse opinioni, soprattutto politiche, dato che siamo d'accordo, credo, che di politica c'è bisogno di parlare soprattutto fuori dai luoghi liturgici.
La cosa ha funzionato, ma bisogna ammettere che la spinta ad un certo successo l'ha data la nascita del soggetto semi-nuovo denominato partito democratico.
Ora la fase alberoniana dell'innamoramento del nuovo può essere in calando (tende a diventare matrimonio) ed inizia la fase tribolante della campagna elettorale. Che sarà, stavolta, assolutamente civile. Non ci credo.
Ma perchè non tentare un civile confronto sul pluriblog. Cinghios, per esempio, potrebbe dire qualche ragione della sinistra.
Ho provato anche un'altra strada. Ho invitato un autore di destra. Vediamo se funziona.
Se poi c'è qualche lettore di qualsivoglia tendenza, anche anti o apolitico, che vuol dire la sua, ben venga. Basta che mi invii una email.
Se poi c'è qualche lettore di qualsivoglia tendenza, anche anti o apolitico, che vuol dire la sua, ben venga. Basta che mi invii una email.
Funzionerà?
Se poi non si vuol parlare di politica, si possono mandare anche ricette, ma di stile e di costo elevato, non come quelle proletarie di nonna Stella.
Spero di essere stato capito.
Grazie a tutti.
Grazie a tutti.
10 commenti:
Bravo Mario.
Penserò a come dar seguito al tuo proposito. Ho amici e conoscenti che votano a destra. Non chiederò loro di scrivere qui, ma, se la cosa è fattibile, posso riportare qui le loro opinioni. Vi assicuro che sarò assolutamente equo e fedele nella trasposizione.
La cosa mi è personalmente utile perchè io in queste circostanze mi pongo sempre la seguente domanda: "come convinco un elettore di destra a cambiare idea?". E' un esercizio che consiglio a tutti. Soprattutto a chi deve convincere gli elettori di sinistra.
Forse sarebbe più utile convincer i politici a fare una politica buona per il paese più che al proprio schieramento politico.Prima siamo cittadini poi elettori,se poi tu Sandro,sei un politico allora è logico che la tua preoccupazione sia convincer ad esser di parte.In tanti speriamo che la politica non sia contro qualcuno ma con i cittadini,Tu Sandro mi ricordi Berlusconi,contri i comunisti proletari,che poi non esistono più.Neanche Bevtinotti e Diliberto son più comunisti,son dei nostalgici a quali piace sentirsi un pò demodè
Molto bene Mario, chiarissimo.
Sapevo che avrei potuto contare sulla rigorosa laicità di questo pluriblog. Laicamente però ci dobbiamo dichiarare: o siete tutti democratici tranne me? Partiamo da 12 a 1?
Detto questo, la mia "mission" sarà quella di convincere un democratico a votare a sinistra.
io sono il Gesù Cristo della politica, una vittima, paziente, sopporto tutto, mi sacrifico per tutti. (ANSA, 12 febbraio 2006)
Cosa sono io?
Sei di parte come berlusconi o veltroni che poi non fa molta differenza per i cittadini .questa politica è una farsa ,la destra e la sinistra son due astrazioni mantenute in vita dai politici per salir in parlamento a far finte battaglie ed incassar veri stipendi.E noi, dico noi cioè anch'io li seguiamo come allocchi.Una buona politica è buona per la maggioranza dei cittadini,non solo per una parte o peggio ancora per un elitte.Dividi et impera.
Caro anonimo,
se avere idee chiare su alcuni e qualificanti punti significa essere di parte allora ammetto di esserlo.
E non esito a dire che la presenza nella politica italiana dell'impresa berlusconi (intesa come complesso di attività editoriali e comunicative) è una sciagura collettiva.
Dico collettiva - e mi esprimo in sintesi suprema - perchè i partiti di sinistra si sono ridotti a scimmiottarlo, rincorrendo i suoi modelli comunicativi del tutto privi di contenuti politici. E perchè i partiti di destra sono schiavi del suo strapotere elettorale. Fini, Casini e gli altri sanno che fuori dal suo ombrello comunicativo non hanno vita. Per loro abbandonare la CdL e proporre programmi autonomi è un'attraversare il deserto. Mi meraviglio che si debbano ancora scrivere queste cose che sono assolutamente palesi.
Il punto non è, si badi, il numero di reti, il numero di testate più o meno schierate. E' l'organica sistematicità del messaggio comunicativo, al quale sono perfettamente funzionali anche giornalisti apparentemente critici verso Berlusconi (per esempio Mentana).
Il risultato di tale stato di cose è stato l'abbandono della politica in senso proprio e la sua sostituzione con la perenne propaganda che è, di per sè, una forma di raggiro dei cittadini-elettori. Ne consegue il progressivo distacco dai problemi reali da parte di tutte le formazioni politiche (dico tutti, destra e sinistra, e in questo hai ragione).
E' verissimo, per capirci, che invece di divisioni e di alleanze si dovrebbe chiedere prima di tutto una politica buona. Ma senza perdere di vista che l'abbandono della politica (tutta, quella buona e quella cattiva) è avvenuta in coincidenza con l'ingresso in politicia della fininvest (poi mediaset) che ha stravolto lo scenario.
Partiamo da qui e poi ragioniamoci. Il che significa, per me, che non può esserci ritorno alla (buona) politica se non lontano dall'attuale destra.
Caro Sandro, sposo in pieno tutto il tuo ultimo intervento. Ma non (e non "ma anche") le utime tre righe. Sono sempre stata di sinistra, e vedì è già grave che lo debba dichiarare per non essere subitro etichettata come persona di destra, ma credo che la demonizzazione della destra in quanto tale sia una delle cause che ha fatto allontanare la gente della politica. Mi spiego: se davvero bisogna ragionare sulla politica, ovvero sui programmi che sono l'unica cosa che interssa al cittadino elettore, e se un politico di destra propone una riforma,una legge condivisibile, perchè bocciarla a priori solo perchè viene da una certa parte? Perchè dare per scontato che nessuna buona idea per il paese può venire da uno schieramento contrapposto? Tanto più che gli italiani sono stufi di sterili contrapposizioni sui massimi sistemi quando non riescono a fare la spesa (frase demagogica, lo so, ma me l'hai tirata per i capelli tu)
Cara essaouira, forse mi sono spiegato male.
Non intendo che dai partiti di destra non possano venire buone idee, non dico che la cultura di destra non debba avere cittadinanza. Ci mancherebbe altro. Dico che ritengo l'attuale destra invotabile. Perche' le buone intenzioni, le buone idee che essa dovesse promuovere (ammesso che ve ne siano perche' ci vuole anche un certo impegno a trovarle) sarebbero comunque soffocate dal principio leaderistico per cui la volonta' del capo fa aggio su tutto. In parole povere, quello che il centrodestra dice e quello che fa sono due cose diverse.
E allora anche il confronto perde di sostanza. Ogni buona volonta' di discutere si stempera. D'altronde non sono io a dirlo. Quando sono all'opposizione se ne dicono fra di loro di ogni colore. Alla vigilia elettorale eccoli insieme felici e contenti.
Mi lasciate essere indipendente dalle quote rosa, di destra e di sinistra?
Mi lasciate essere come sono?
Mi lasciate giudicare i politici e la loro buona o cattiva politica, in base alla mia personale capacità di giudizio e alle mie deboli convinzioni ed esperienze?
Attenzione: avete fatto un dibattito tutto al maschile (Essa, tirati fuori!).
Le intenzioni di Mario-se non ho capito male- erano di ricalibrare il blog affinchè si faccia politica e non sputtanamento o propaganda unidirezionata.
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