sabato 8 dicembre 2007

Stressante solitudine



Masochismo o delirio di onnipotenza? Se si escludono la mania di protagonismo, il gusto per il potere, la ricerca di un nuovo status sociale, il possibile accesso alla “vita mondana” cittadina, tra le motivazioni per cui oggi una persona decide di fare l’amministratore o l’amministratrice in una città rimangono le due iniziali, o meglio, una delle due.

Ci sarebbe anche un’altra ragione, anzi dovrebbe essere quella principale: concorrere ad attuare un progetto per la città, di migliore benessere ed equità per chi sta nel centrosinistra.

Oggi però quest’ultima motivazione rischia di essere un fatto personale, una scelta un po’ retrò. Spesso il progetto è sullo sfondo in questa fase in cui i partiti si trasformano, ci sono, non ci sono, e sono in altro affaccendati.

Così la solitudine, inevitabile compagna di chi amministrando deve assumere decisioni e responsabilità, diventa una presenza costante, instancabile. I riferimenti diventano la propria coscienza e le persone in carne ed ossa che quotidianamente incontri.

Non sai nemmeno se le decisioni che assumi domani ti collocheranno dentro o fuori il tuo partito di riferimento. Ascolti, pensi, agisci. Il tuo progetto sarà anche quello degli altri? Chissà. Come fare a saperlo? E’ il caso di dire che “…lo scopriremo solo vivendoo”.

3 commenti:

mf ha detto...

Ciao Rita,
bem arrivata, buon esordio.
La tua riflessione sulla solitudine dell'amministratore mi pare convincente, anche se mi ricorda un po' un vecchio detto: è aggressivo, perchè è timido.
Qui mi viene alla mente anche un altro problema, di cui si discuteva molto una volta, ma che oggi si è un po' perso sommerso dal dibattito sulle quote rosa.
Tu sei assessore agli affari sociali ed alle pari opportunità, se non sbaglio. Mi vien da dire: ti hanno dato questi incarichi perchè sei donna. Ma, secondo me, avresti potuto fare benissimo l'assessore al bilancio, all'economia o qualcosa di simile.
Non c'è anche qui un po' di discriminazione?

maria ha detto...

cara Rita, benvenuta tra noi,
io sono quella a cui vengono attribuiti dei miracoli, solo perchè il Mario mi ha regalato un rosario.
Tentiamo di esorcizzare le nostre instabilità con un pò di umorismo e di autocritica: alcuni si definiscono ex-comunisti, altri non ne possono più di vedere fin dove arriva la stupidità umana, altri hanno avuto qualche fugace esperienza di politica e se ne sono ritratti inorriditi... tutti comunque sono in grado di capirti.
E a tutti fa paura la "solitudine inevitabile" di chi ha una forte coscienza etica, e non vive con leggerezza o utilitarismo l'incarico che si è assunto.

Anonimo ha detto...

Ciao Mario, per me era inevitabile avere quelle deleghe ma in effetti la questione che tu poni è un po' passata in secondo piano...come spesso accade alla sostanza rispetto alla formalità. Io sono ovviamente per riproporla.
Grazie Maria, anche della comprensione. Mi piace molto il vostro modo di esorcizzare. Condivido la condizione di instabilità (mentale, sentimentale, emozionale,ecc.). Baci