Prometto fin d’ora che non abuserò di autori e lettori, con ripetuti interventi così pallosi (in questo il Signor Mario ha ragione).
QUASI UN ROMANZO:
Zabriskie Point
Il luogo:
Venti minuti almeno per arrivare all'assemblea .
Ogni tanto un cartello surreale: "Area smoking & relax".
Perfetta location per un partito che, dopo aver perso voti e frequentatori,
sembra essersi perso esso stesso nel verde stento
di questa infuocata periferia tecnologica e penitenziale.
Arturo Parisi pone la questione del numero dei presenti.
Ha contato le sedie: ce ne sono meno della metà dei membri dell'assemblea (2800).
Sui maxi-schermi, le tardo-icone della fondalistica veltroniana - neonati dormienti, bimbi che giocano, graziose ragazze, simpatici vecchietti, allegre nonnine, extracomunitari in bici - hanno perduto
I delegati arrivano stanchi sfiniti con i trolley,
Si salutano, si siedono, prendono appunti, sbadigliano, alcuni qui e là si addormentano.
Forse qualcuno riflette su una terribile frase che in un attimo
di verità Parisi pronuncia al microfono: "Un'assemblea che con difficoltà associa al nome di partito l'aggettivo democratico"...
Si avverte separatezza anche fisica tra ottimati e popolo, una distanza moltiplicata dallo scarto fra vana liturgia e cruda realtà.
Sul palco: testoline eccellenti, faccette malinconiche e distratte.
I responsabili che finora non si sono assunti la responsabilità.
Grava una coltre rabbiosa di non detto, una cappa di sfiducia che nessun generoso tentativo di rianimazione riesce a rompere.
Tiepidi applausi segnano la relazione di Veltroni, diligente, ma priva di autocritica e comunque sorvegliatissima rispetto a temi scottanti (candidature fanta- furbastre, debacle di Roma,sondaggi balenghi, sopravvalutazione di vip e testimonial, laicità, vescovi, radicali, rapporto con Di Pietro, scandali delle giunte rosse).
Anche il dibattito sembra a tratti una recita: passerella dei pochi. La consueta retorica dell'orgoglio, dell'innovazione e dell'identità plurale. Il "rimescolo" di Bersani, l'"autocoscienza costruttiva" della Bindi, Marini che fa l'elogio del "caminetto" il segretario che invoca la necessità di "liberarci dal dominio dell'io".
9 commenti:
Accidenti! Mi sono dimenticato delle leggi razziali e adesso anche il Rabbino capo mi supera a destra.
Maria, tu sei una grande giornalista. Leggerti è una vera goduria, anche se quello che descrivi è tragico. Ma prevedibilissimo.
Volare basso per volare alto...e non buttarsi dalla rupe.
Per me i colpevoli siamo noi, rincoglioniti dalla repubblica e da Scalfari, noi che abbiamo votato Prodi, noi che abbiamo stravotato Veltroni, noi che abbiamo votato Bruno.
E adesso sputiamoci in faccia
parla per te
Io ve lo dicevo che si creava un gran casino, allargandosi tanto.
Che cosa vuol dire "liberarsi dal dominio dell'io"? Che mi devo far dominare da tu o da egli?
Basterebbe decidere e essere più chiari.
Eh, no! calma: io non ho votato Veltroni.
Però sento il desiderio, incontenibile, di sputare addosso a qualcuno.
Della gnocca non hanno detto niente?
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