lunedì 23 luglio 2007

ideologia di un giudice


L'on. Latorre, come il suo mentore D'Alema, è furbissimo. Allora, quando viene coinvolto dal giudice Forleo nella vicenda Unipol, fa lo spiritoso e la chiama compagna Forleo. Solo che con questa spiritosaggine rivela che la Casta è abituata a pesare i giudici sulla base del loro orientamento politico.

Il bello è che ha ragione. Basta vedere la composizione delle liste che partecipano alle elezioni dei vari Consigli superiori o Uffici di presidenza delle magistrature. Oppure andare a vedere da dove provengono vari capi di gabinetto e capiuffici legislativi di ministri (oltre ai magistrati entrati direttamente nelle aule parlamentari).

Seeee, autonomia della magistratura!!!

Ma la cosa più divertente è il caso del giudice Forleo, che si sceglie come difensore e portavoce un deputato di An! La quale pure rilascia interviste spiegando che la giudice è imparziale, nè di destra nè di sinistra, e motivando con i due casi in cui la stessa si è trovata nell'occhio del ciclone. Questo ultimo dell'Unipol, che ha fatto arrabbiare la sinistra, e quello precedente, sul terrorismo islamico definito guerriglia, che fece arrabbiare la destra.

Eppure... l'antiamericanismo non è solo di sinistra, anzi fa parte dell'armamentario della destra più destra (v. perfida Albione). Insomma tre indizi fanno una prova. Il giudice Forleo mi pare piuttosto contiguo.

E la magistratura, vedrete si scoprirà piano piano, è anch'essa una Casta.

Lunga vita al compagno D'Alema!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Epperò non è che tutto quanto tu scrivi (e sulla qual cosa io concordo) sia allegro...
Lo dico per la democrazia.
Sai, ci terrei a tenermela, nonostante non sia in assoluto il migliore dei sistemi, è il migliore che conosco.
Eli