lunedì 22 settembre 2008

una vicenda di cuore


Alcuni anni fa, casualmente, il mio medico di base scopre che ho una aritmia (fibrillazione atriale) al cuore. Niente di che, pare. Non si muore. Una bella terapia farmacologica, tra cui un forte anticoagulante, per impedire che si formino trombi con conseguente ictus.

Niente di che, ma ogni settimana, due giorni con il cuore che ti balza in petto e se la cosa prosegue oltre le 24 ore, un salto al pronto soccorso. Niente di che, ma così ho avuto modo di frequentare dei confortevoli pronto soccorso, più volte a Trieste, ma anche a Merano ed a Portoferraio, dove ero in serena vacanza. Niente di che. Anche perchè puoi sempre ricorrere alla defribillazione (ti addormentano, ti piazzano due piastre sul petto e ti danno un bel scossone). Anche piacevole, ma non serve. Ne avrò fatte una decina.

Ma possibile che non ci sia un'altra soluzione? Ci sarebbe il cordarone, ma ha effetti collaterali forti, quando ti abbronzi diventi blu, ad esempio.

Siamo nel 2000, altro non c'è? D'accordo, non si muore, ma è una scocciatura non indifferente.

Veramente, ci sarebbe un intervento particolare, l'ablazione, l'hanno inventato a Bordeaux una trentina d'anni fa. Ma è sperimentale (dopo trent'anni?).

Facciamolo, no? Ma dove?

Beh, ormai lo fanno dappertutto, anche in regione, ma non a Trieste.

Ok, ma dove è meglio? Boh, non ci sono particolari statistiche (ci sono, ci sono, le trovi su Internet, anche se ha ragione Brunetta quando chiede la pubblicazione e diffusione dei cv dei chirurghi).

Meglio restare in regione. Bene, allora, ospedale di *.

L'intervento non è un gran che. Ti sedano, ti infilano due sonde nell'inguine, arrivano fino al cuore e fanno una abbrustolatina alle fibre pazze che ti procurano l'aritmia. Tre giorni di degenza, due mesi senza aritmia. Evviva! Poi ricomincia come prima.

Eh, no! Ci deve essere un centro più sperimentato.

Veramente ci sarebbe, è al San Raffaele, a Milano, diretto da tal prof. Pappone. Questo sì che ha un curriculum super, fa solo ablazioni, ha inventato il Pappone approach. Però è un'industria.

vada per l'industria.

Prima occorre una visita privata in villa in Brianza. 400 euro con fattura. Il prof. ha le fattezze di un mago o di un alto prelato.

Mani al cielo mi dice:"Lei guarirà":

Intervento dopo tre mesi al San Raffaele, solo due giorni di degenza, un intero reparto dedicato solo alle ablazioni, pieno di parenti che scocciano i propri cari e chi sta nel letto vicino (camere a due letti).

Il prof. opera contemporaneamente in tre sale. L'intervento dura un'ora contro le tre di *. Mentre interviene il mago spiega in inglese quel che fa ad un uditorio collocato oltre il vetro di una sala operatoria.

Questo è successo due anni fa. Non ho avuto più fenomeni.

Ovviamente questa è una sintesi estrema. In mezzo ci sono persone, medici, strutture, paure, sentimenti.

E una morale. Che penso di aver capito.

Sulla mia pelle.




3 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che a questo mondo non esistano verità assolute.
Il S. Raffaele è quell'Ospedale dove, per una colpevole disattenzione del personale, sono morte non ricordo più quante persone durante una normale seduta di terapia in camera iperbarica.
E' altresì l'Ospedale più indagato d'Italia per episodi di corruzione.
Comunque, Brunetta mi trova d'accordo sulle pagelle, anche se ho visto commettere obbrobri proprio da gente che le pagelle le dava agli altri.

Anonimo ha detto...

Dalle pagelle alla sanità pubblica privatizzata il salto è breve.

I controlli devono esserci, ma interni e mirati ad una qualità elevata e generalizzata; altrimenti il singolo dovrebbe poter pretendere l'opzione di scelta - e la pagella - del professore scolastico, del giudice incaricato del suo processo o del poliziotto che indaga nella sua vita.

Il ministro, e non solo lui, si è scordato che mentre lo yoghurt si compra, la sanità è un servizio pubblico.

Anonimo ha detto...

per me conta il risultato