lunedì 21 luglio 2008

Bossi: «L'inno? Meglio la canzone del Piave». Fini si dissocia.

Carissimo diario,
argomento estivo per eccellenza l'inno d'Italia.
Potevamo non dire la nostra? Sì, ma anche no.
Ecco.





Una meraviglia.
Possiamo metterci le parole che vogliamo.
Ecco quelle di Giuseppe Verdi.
Ecco un brano tratto da La Patria, l’inno nazionale che Verdi dedicò a Ferdinando II, su musica tratta da Ernani, parole di Michele Cucciniello.

Bella Patria del sangue versato

se fumanti rosseggian le

impronte

non più spine ti strazian la

fronte

il martirio la palma fruttò

Viva il Rè!

Viva il Rè!

Viva il Rè!

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Io metterei queste.
Parcheggi abusivi, applausi abusivi,
villette abusive, abusi sessuali abusivi;
tanta voglia di ricominciare abusiva.
Appalti truccati, trapianti truccati,
motorini truccati che scippano donne truccate;
il visagista delle dive e' truccatissimo.
Papaveri e papi, la donna cannolo,
una lacrima sul visto: Italia si', Italia no.
Italia si', Italia no, Italia bum, la strage impunita.
Puoi dir di si', puoi dir di no, ma questa e' la vita.
Prepariamoci un caffe', non rechiamoci al caffe':
c'e' un commando che ci aspetta per assassinarci un po'.
Commando si', commando no, commando omicida.
Commando pam, commando prapapapam,
ma se c'e' la partita
il commando non ci sta e allo stadio se ne va,
sventolando il bandierone non piu' il sangue scorrera'.
Infetto si'? Infetto no? Quintali di plasma.
Primario si', primario dai, primario fantasma.
Io fantasma non saro', e al tuo plasma dico no;
se dimentichi le pinze fischiettando ti diro':
"Fi fi fi fi fi fi fi fi, ti devo una pinza.
Fi fi fi fi fi fi fi fi, ce l'ho nella panza".
Viva il crogiuolo di pinze, viva il crogiuolo di panze. Eh
Quanti problemi irrisolti, ma un cuore grande cosi'.
Italia si', Italia no, Italia gnamme, se famo du' spaghi.
Italia sob, Italia prot, la terra dei cachi.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo;
un totale di due pizze e l'Italia e' questa qua.
Fufafifi, fufafifi, Italia evviva.
Squerellerellesh, cataraparupai,
Italia perfetta, perepepe' nainananai.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo;
in totale molto pizzo ma l'Italia non ci sta.
Italia si', Italia no, scurcurrillu currillo.
Italia si': ue'.
Italia no, spereffere fellecche.
Ue', ue', ue', ue',ue'.
Perche' la terra dei cachi e' la terra dei cachi

Anonimo ha detto...

io queste.
In Italia ci sta il mare
Per nuotare e per pescare
Con le spiagge tutte bianche
Gli ombrelloni stesi al sole
In Italia si sta be-ne
In Italia ci sta il sole
Per asciugarsi quando piove
Con la frutta di stagione
Con le pesche e le albicocche
Da mangiare quando hai fame
Ma guarda un po'
Che fortuna stare qua
In mezzo a tanta civiltà
Guarda tu
Che fortuna stare qua
Stare ancora qua
In Italia c'è l'amore
Da quando nasce a quando muore
Se sei brutto o se sei bello
Se sei brutto o se sei bello
Se sei ricco oppure no
In Italia c'è l'amore
Da quando nasce a quando muore
Se sei brutto o se sei bello
Se sei ricco oppure no
In Italia non si può
Ma guarda un po'
Che fortuna stare qua
In mezzo a tanta civiltà
Guarda tu
Che fortuna stare qua
Stare sempre qua
In Italia si sta male
Si sta bene si sta male
In Italia si sta male
Si sta meglio si sta peggio
Si sta bene anziché no
In Italia c'è l'amore
Da quando nasce a quando muore
Se sei brutto o se sei bello
Se sei quasi sempre quello
Se sei ricco oppure no
In Italia si sta male
Si sta bene si sta male
Si sta male si sta bene
Si sta meglio si sta peggio
Si sta bene anziché no
In Italia ci sta il sole
Per asciugarsi quando piove
Con le spiagge tutte bianche
Gli ombrelloni stesi al sole
In Italia si sta bene
In Italia si sta male
Si sta bene si sta male
In Italia si sta male
Si sta bene si sta peggio
Qua si sta come si sta
In Italia c'è l'amore
Da quando nasce a quando muore
Se sei brutto o se sei bello
Se sei ricco oppure no
Se sei basso non lo so
Se sei brutto o se sei bello
Se sei ricco oppure no
Qui ci sto e non ci sto
Se sei brutto o se sei bello
Se sei ricco oppure no
In Italia non ci sto
Ma poi torno però...
Ogni tanto.

Anonimo ha detto...

E queste?
suoneria di Buonanotte Italia! Clicca qui

C'era una volta una sega
si chiamava alessandro
ci provava ma cadeva
su quel campo di calcio
ed il prete perdeva
la calma
signora ancora
un’autorete
e suo figlio va casa una salma
alessandro non ha voglia di giocare
da quello che leggo sulla pagella neanche tanto di studiare
ungaretti o leopardi
lui sente
la radio fino a tardi
e quindi ha sempre più sonno degli altri

buonanotte italia
io resto ancora su
buonanotte a tutti i cuori infranti
che andranno avanti quaggiù
buonanotte amore mio grazie a dio ci sei tu
buonanotte a chi come me non dorme più

dorme tutta la provincia
ed alessandro guarda la tv
saluta marzullo
ciao gigi vai bello
l'ultimo posto fisso qui c'e l'hai tu
pensa all'università ma papà non naviga nell'oro
e guardi quanti ce n’è già di gente con la laurea e zero lavoro
pensa a come fanno certe mamme ad imbandire i tavoli
e che le nostre donne son capaci di miracoli

buonanotte italia
io resto ancora su
buonanotte a tutti i cuori infranti
che andranno avanti quaggiù
buonanotte amore mio grazie a dio ci sei tu
buonanotte a chi come me non dorme più

c’era una volta alessandro
che scappava via di qui
scoprendo che l'america
non è un racconto di hollywood
e lì sono messi male a tolleranza
superman ha la panza e mangia sempre più
e anche qui cambia storia
tra fiction e quartieri
questa patria dei valori
che manovra e fa favori
guarda sti signori altro che gli spacciatori
meno male che dovevamo essere noi quelli fuori

meno male che ale non gira con questi
nel paese dei furbi i ribelli sono gli onesti

buonanotte italia
io resto ancora su
buonanotte a tutti i cuori infranti
che andranno avanti quaggiù
buonanotte amore mio grazie a dio ci sei tu
buonanotte a chi come me non dorme più

Anonimo ha detto...

Ed ora il massimo.

Canti

I

ALL'ITALIA


basta esami...uffi,ciao ciao by linda

uffa mi tocca portarlo a l'esame
bella,un po noiosa ma....bella

kepalleeee!!!

bella poesia, così come tutte quelle del leopardi

Secondo me è una poesia che rende molto bella l'Italia
O patria mia, vedo le mura e gli archi
E le colonne e i simulacri e l'erme
Torri degli avi nostri,

... se ti guardi allo specchio
Ma la gloria non vedo,

harya89rya8 q90aeru90wjer9
Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi
I nostri padri antichi. Or fatta inerme,
Nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante ferite,
Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
Formosissima donna! Io chiedo al cielo
E al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
Che di catene ha carche ambe le braccia;
Sì che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
Le genti a vincer nata
E nella fausta sorte e nella ria.
Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive,
Mai non potrebbe il pianto
Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;
Che fosti donna, or sei povera ancella.
Chi di te parla o scrive,
Che, rimembrando il tuo passato vanto,
Non dica: già fu grande, or non è quella?
Perché, perché? dov'è la forza antica,
Dove l'armi e il valore e la costanza?
Chi ti discinse il brando?
Chi ti tradì? qual arte o qual fatica
O qual tanta possanza
Valse a spogliarti il manto e l'auree bende?
Come cadesti o quando
Da tanta altezza in così basso loco?
Nessun pugna per te? non ti difende
Nessun de' tuoi? L'armi, qua l'armi: io solo
Combatterò, procomberò sol io.
Dammi, o ciel, che sia foco

Verso molto forte, dovrebbe essere così anche oggi il patriottismo.
Agl'italici petti il sangue mio.
Dove sono i tuoi figli? Odo suon d'armi
E di carri e di voci e di timballi:
In estranie contrade
Pugnano i tuoi figliuoli.
Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi,
Un fluttuar di fanti e di cavalli,
E fumo e polve, e luccicar di spade
Come tra nebbia lampi.
Né ti conforti? e i tremebondi lumi
Piegar non soffri al dubitoso evento?
A che pugna in quei campi
L'itala gioventude? O numi, o numi:
Pugnan per altra terra itali acciari.
Oh misero colui che in guerra è spento,
Non per li patrii lidi e per la pia
Consorte e i figli cari,
Ma da nemici altrui
Per altra gente, e non può dir morendo:
Alma terra natia,
La vita che mi desti ecco ti rendo.
Oh venturose e care e benedette
L'antiche età, che a morte
Per la patria correan le genti a squadre;

ma peche nn se ucciso prima
E voi sempre onorate e gloriose,
O tessaliche strette,
Dove la Persia e il fato assai men forte
Fu di poch'alme franche e generose!
Io credo che le piante e i sassi e l'onda
E le montagne vostre al passeggere
Con indistinta voce
Narrin siccome tutta quella sponda
Coprìr le invitte schiere
De' corpi ch'alla Grecia eran devoti.
Allor, vile e feroce,
Serse per l'Ellesponto si fuggia,
Fatto ludibrio agli ultimi nepoti;
E sul colle d'Antela, ove morendo
Si sottrasse da morte il santo stuolo,
Simonide salia,
Guardando l'etra e la marina e il suolo.
E di lacrime sparso ambe le guance,
E il petto ansante, e vacillante il piede,
Toglieasi in man la lira:
Beatissimi voi,
Ch'offriste il petto alle nemiche lance
Per amor di costei ch'al Sol vi diede;
Voi che la Grecia cole, e il mondo ammira.
Nell'armi e ne' perigli
Qual tanto amor le giovanette menti,
Qual nell'acerbo fato amor vi trasse?
Come sì lieta, o figli,
L'ora estrema vi parve, onde ridenti
Correste al passo lacrimoso e duro?
Parea ch'a danza e non a morte andasse
Ciascun de' vostri, o a splendido convito:
Ma v'attendea lo scuro
Tartaro, e l'onda morta;
Né le spose vi foro o i figli accanto
Quando su l'aspro lito
Senza baci moriste e senza pianto.
Ma non senza de' Persi orrida pena
Ed immortale angoscia.
Come lion di tori entro una mandra
Or salta a quello in tergo e sì gli scava
Con le zanne la schiena,
Or questo fianco addenta or quella coscia
Tal fra le Perse torme infuriava
L'ira de' greci petti e la virtute.
Ve' cavalli supini e cavalieri;
Vedi intralciare ai vinti
La fuga i carri e le tende cadute
E correr fra' primieri
Pallido e scapigliato esso tiranno;
Ve' come infusi e tinti
Del barbarico sangue i greci eroi,
Cagione ai Persi d'infinito affanno,
A poco a poco vinti dalle piaghe,
L'un sopra l'altro cade. Oh viva, oh viva:
Beatissimi voi
Mentre nel mondo si favelli o scriva.
Prima divelte, in mar precipitando,
Spente nell'imo strideran le stelle,
Che la memoria e il vostro
Amor trascorra o scemi.
La vostra tomba è un'ara; e qua mostrando
Verran le madri ai parvoli le belle
Orme del vostro sangue. Ecco io mi prostro,
O benedetti, al suolo,
E bacio questi sassi e queste zolle,
Che fien lodate e chiare eternamente
Dall'uno all'altro polo.
Deh foss'io pur con voi qui sotto, e molle
Fosse del sangue mio quest'alma terra.
Che se il fato è diverso, e non consente
Ch'io per la Grecia i moribondi lumi
Chiuda prostrato in guerra,
Così la vereconda
Fama del vostro vate appo i futuri
Possa, volendo i numi,
Tanto durar quanto la vostra duri.

Anonimo ha detto...

Qualche simpatico errore nei copia incolla.
Ma sono errori che si possono perdonare, senza strumentalizzare, sono popolari, ingenui, genuini

Anonimo ha detto...

Qualcuno mi sa spiegare che cosa vuol dire "il martirio la palma fruttò"?
è un nuovo tipo di innesto?

Anonimo ha detto...

A questo punto preferisco gli orribili versi originali di Mameli. Almeno, c'è dentro una bella bestemmia.

Anonimo ha detto...

palma in senso di corona d'alloro