lunedì 17 marzo 2008
SON TORNATE LE BARACHETE!!!
E questa volta, non solo quelle de luganighe (a), motore trainante della crescita dell'euroregione, almeno secondo i salumieri, ma anche quelle elettorali (b), ultimo grido del trend basta comizi, l'elettore me lo curo a tu per tu. Io, eligendo, offro a te, elettore, il mio corpo ed il mio spirito. Però solo per un mese, poi torna nel tuo tugurio.
Da domani una guida di gusto delle barachete, sia a che b.
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3 commenti:
Attendo con ansia la guida per orientarsi nelle scelte, però prima un pensiero per il Tibet.
No, prima un pensiero alle barachete, unico motore vitale di Necropolis. Le barachete sono il simbolo vitale di questa città che espone un lenzuolone per difendere il povero Ratz dalla protervia della sapienza e se ne fotte dei tibetani.
Maria, per dio, ai tibetani diamo tante barachete dove poter vendere incensi! Ognuno fa quello che può. E qui possiamo fare barachete, mica baracòn, come ci racconta Zvech.
Io sottolineo la differenza politica tra barachete e baracòn. In barachete ci sta tutto il mondo (pecorino sardo, olive calabresi, ma anche statuette indiane, incensi tibetani, buddah made in Naples, speck del sud e del nord Tirolo, ecc.)
In baracòn ci stanno solo i giovani e le donne. In fila a sinistra...
ho perso la bussola, non cerco più la fila, non credo nei miracoli nè a quelli di Walter, nè a quelli di P.Pio. La sinistra dove è?
Viva le barachete! Però i monaci mi fanno star male, per la loro ingenuità e per come si adeguano al consumismo globale di incenso.
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