domenica 16 marzo 2008

Le firme non sono per noi.

fac-simile


Tre o quattro anni fa (c’era il governo del centrodestra) alla Festa de L’Unità di Foligno, la mia città, venne per un dibattito un parlamentare esperto di giustizia. Era una bella serata della fine di agosto, l’argomento molto sentito, l’onorevole molto preparato.

Con lui c’era la sua giovane compagna, di poche parole, timida ma firmatissima dalla testa ai piedi, con una grande borsa di una famosa firma, Louis Vuitton. Prima del dibattito con alcuni responsabili della festa si andò a cena al ristorante della Festa. La cena è in genere la forma di accoglienza dell’ospite e il momento in cui, con i parlamentari seri, ci si scambia qualche informazione sulla realtà locale e sull’argomento da trattare, oltrechè, se i parlamentari di turno sono anche simpatici, l’occasione per fare conoscenza a livello personale.

Con il ritardo sistematico di mezz’ora, iniziò il dibattito. La giovane donna si sedette accanto ad un dirigente locale di rilevo dei DS con cui aveva appena cenato. Fiduciosa si accomoda e posa la borsa fra la sua sedia e quella del commensale. Quest’ultimo, da gran fumatore qual è e da poco attento al fastidio per il fumo passivo, accende una sigaretta dopo l’altra durante il dibattito “affumicando” la firmatissima giovane donna. Quest’ultima, riservata, per discrezione.ù, non protesta ma soffre di questa situazione, nell’incuranza del suo vicino di sedia. Dopo circa un’ora e mezza-due ore il dibattito finisce e tutti si alzano. La giovane donna prende al borsa e solo allora si accorge che proprio dalla sua borsa sta salendo un filo di fumo.

Un grido lancinante invade la festa.

Il fumo era l’effetto della fusione della creazione di Louis Vuitton. Il dirigente locale dei DS, distratto dal dibattito, e comunque normalmente poco attento al mondo circostante, oltre ad aver buttato la cenere della sigaretta nella borsa della signora, aveva lasciato cadere uno, forse due, forse tre mozziconi di sigaretta sempre sulla borsa. Mozziconi ovviamente ancora accesi.

Dopo il grido ed una sorta di crisi isterica, nell’imbarazzo di tutti e tutte noi, fortunatamente il parlamentare, che avevamo davvero apprezzato per la chiarezza e la competenza, accorse e di fronte alla disperazione della giovane donna che gli diceva “Guarda!!!” fortunatamente la rassicurò dicendole: “ Non ti preoccupare, te ne regalerò un’altra”. Mannaggia, la borsa era un regalo!

Il colpevole della disastrosa fusione non si scompose: si allontanò senza chiedere nemmeno scusa né tanto meno proponendosi di rimborsare o riparare lui in qualche modo al danno.

Il parlamentare e la sua giovane compagna se ne andarono con lei ancora piangente. Noi imbarazzati ma anche divertiti, faticammo per trattenere le risate.

Superando momentaneamente la mia antipatia per gli oggetti firmati, fui dispiaciuta dell’accaduto per il fatto che il danno aveva riguardato un regalo. Ed anche per la figuraccia e la scortesia.

Morale: se venite alla Festa, ormai del PD, alla fine di agosto prossimo, lasciate a casa oggetti e vestiti firmati.

Sarete ben accolti, senza conseguenze indesiderate. E potrete anche fare a meno di un/una partner facoltoso/a.

2 commenti:

maria ha detto...

Alcuni ammaestramenti dall'apologo riportato:
- non sottovalutare i segnali di fumo,
- gli oggetti firmati fumano con discrezione,
- la scortesia spesso non è deliberata, ma conseguente all'assenza dalla realtà,
- essere facoltosi non evita gli incidenti spiacevoli, però può rimediarli, anche se resta il danno morale.

Anonimo ha detto...

Questo non è un post, è uno scavamento nelle anime di comunisti, secondo i ritmi di una commedia goldoniana.
Personaggi: il parlamentare-conte, impassibile e superiore ad ogni evenienza. Chissà se è ancora parlamenrtare e se ha un blog.
La piccola Colembina, trascinata per feste assai poco trendy, solo in virtù della sua bellezza e giovinezza. Resta il dubbio se il secchiello fosse vero o falso, perchè forse il vero non puzza di plastica.
Infine, l'Omone, il comunista che, benchè studiato, affascina i compagni con i suoi modi rozzi e popolareschi e quindi considera Colombina poco più di una gallina.
Storia bellissima, ricorda certi racconti cinematografici anni 60' (I Mostri, ecc)