giovedì 3 gennaio 2008

Tre parole.





Nel corso della campagna elettorale del 2006 una parola pervadeva la propaganda di una delle parti in competizione: valori. Ma sempre in astratto, indeclinata. Di che valori mai si parlava, mi chiedevo. Valori bollati, forse. Se fossi stato nei panni di un giornalista impegnato in un’intervista ad un candidato, avrei posto a chi si riempiva la bocca di tale termine la seguente domanda: “scusi, ma di questi valori, me ne può dire almeno tre?” Ho l’impressione che l’intervistato sarebbe rimasto spiazzato e muto. Perdonate la retorica, ma in tema di propositi per l’anno nuovo, tre parole le dico io.

Dignità. Di chi lavora, qualunque sia il suo impiego ed il suo reddito. Di chi il lavoro lo ha perso, di chi non è in grado di trovarlo, di chi ha lavorato per tutta la vita. Di chi ha subito un torto e chiede giustizia, di chi non ha voce per parlare, di chi, per qualsiasi motivo, si trova ai margini.

Onestà. Che cessi di essere la virtù degli scemi.

Solidarietà. Che chi si ferma per aiutare un altro non debba sentirsi un fesso.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bene.
Adesso siamo in attesa del manifesto dei valori del partito democratico.
Prevediamo che sarà ampio e condiviso anche dalle tre B: Binetti, Bondi e Buttiglione

Anonimo ha detto...

La solidarietà non spocchiosa verso chi sa di meno chi è di meno chi ha di meno,perchè la solidarietà non deve offendere mai!

Anonimo ha detto...

Me ne basta una sola: Onestà.
Purchè non rimanga solo una parola o un valore, definito da parametri astratti.
Vorrei fosse capacità-modo di essere di ognuno: verso se stessi e verso gli altri.
Vorrei fosse la capacità di chi ci governa.