domenica 25 novembre 2007

Donne- violenza- politica


Alla grande manifestazione di ieri a Roma, le parlamentari di AN sono state cacciate a spintoni, e quelle dell’Unione fischiate. La Bindi (la mia simpatia) c’era?


E adesso i maski cronisti parleranno di popolo delle Cavallette, anche se subalterno a quello dei Grilli. Non ne nascerà un caso mediatico, semplicemente perché le donne non desiderano fare politica, o almeno quella politica che vogliono coloro che amano il potere.


Segnalo almeno due episodi di liberazione, benchè qualcuno infierisca sui miei tardivi gusti sessuali: 1- l’eroismo e l’abnegazione di Admin nel fotografare il posteriore di un cavallo su un manifesto, 2- il mio personale affrancamento dalla condizione di Colf del Mario e del suo amico Cinghios (cui peraltro devo preziosi consigli).


Dopo la “Libertà di distribuzione” del 21/11, invio altre due foto dall’India che rappresentano la condizione femminile e possono servire a suggerire, nonostante la scornata di ieri, alcuni punti programmatici dell’ ONNICOMPRENSIVO Nascente Partito delle Libertà.


Libertà di Pari opportunità

Libertà di Gentilezza e Cooperazione

10 commenti:

mf ha detto...

Grazie Maria!
Ecco a cosa serve un pluriblog, per chi non l'avesse capito o ne avesse paura.
Per scrivere una cosa del genere ci voleva una firma femminile.

Anonimo ha detto...

A me sembra invece che i fatti di ieri confermino una sola cosa sulla violenza, sia essa materiale, psicologica o verbale:
la violenza è fatta dal forte sul debole.
Non è quindi legata al genere e la casistica potrebbe essere infinita.

Ammettere le proprie debolezze ed i propri sbagli rende più forti e quindi meno vulnerabili e quindi, da donna, non esito a dire chiaramente che ieri le signore in piazza - quelle che hanno spintonato ed insultato - hanno commesso un grosso errore.

amy

Anonimo ha detto...

brava amy la violenza è sempre del forte sul dedole,che poi questa forza sia fisica economica cultuale di genere di spirito o altro non cambia molto per chi subisce.

Anonimo ha detto...

Evviva il blogmarxismo e il marxblogghismo per l'emancipazione delle classi subalterne!

Mi associo nella denuncia del vile attacco alle deputate (del Popolo e non di AN!) e alle compagne ministre.

un saluto
Cinghios

mf ha detto...

Attenzione! Il più violento è il debole-labile. Pericolosissimo.

Laura Marcucci FVG 2013 ha detto...

ASTIME.SPLIDER

"E' un film che ho già visto negli anni '70: non porta a nulla. Non produce cambiamento culturale. Certo, le strade sono tante, ma mi fa tristezza rivedere gli stessi errori. Trent'anni buttati al vento.
Si ricomincia da capo. "

Monica Lanfranco

"Ho trovato involutivo e regressivo il fatto che abbiano avuto tanto peso posizioni di divieto di presenza di uomini al corteo, un atteggiamento per me inequivocabilmente sessista, infantilmente e sterilmente capriccioso e politicamente sbagliato: se l’obiettivo è svelare la pervasione della violenza nella società, arrivare alle donne, tutte le donne, e comunicare con loro che la nostra libertà, benessere, sicurezza e felicità sono una priorità sociale e culturale non si può escludere nessuna donna (e nessun uomo) che si dichiarino disponibili ad aderire a questo processo di cambiamento."

Anonimo ha detto...

ciao
tutta la stampa ha dato enorme risalto alla grandezza e solarità e salutare combattività della manifestazione, sottolineando anche che era solo una minoranza il contorno che ha scatenato tutto quel marasma (e credetemi, lo era davvero).
dopodichè era chiarissimo che i giornalisti avrebbero anche raccontato (con enfasi) ciò che è successo, e mi pare anche normale che lo abbiano fatto, anzi dovrebbero essere contente visto che era visibilità che volevano e sono riuscite ad averla.
e in fondo la minoranza è contenta di restare minoranza (me lo hanno detto in molte nelle continue discussioni che ho avuto con le organizzatrici dall'inizio alla fine del corteo), rivedicando il loro diritto ad esaltare il separatismo.
beh, stessero separate.
e a forza di dire che non bisogna escludere si escludono da sole, e escludono.
a me i separatismi (tutti)hanno abbondantemente rotto le palle.
da tempo immemorabile.
e per fortuna non solo a me, ma a molte donne che erano li al corteo.
sono dell'idea che la separatezza di per sè sia diseducativa e antidemocratica: cosa insegnano quelle donne ai loro figli?
mi sono sgolata per tutto il pomeriggio di sabato.
vogliono stare separate? che ci restino. continueranno a isolarsi e a isolare. io non ci sto.

Anonimo ha detto...

Destra Sociale e Socialismo reale nello stato-zombie

22/11/2007

Volevamo da un po’ scrivere dell’indistinguibile differenza tra destra e sinistra in italia. Su come tutto sia una pantomima a beneficio dei buzzurri.
Il solito Blondet ci offre lo spunto con questo articolo in cui descrive il suo concetto di “destra sociale”:

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2423¶metro=politica

L’articolo di Maurizio Blondet è da manuale in materia epistemologica. Potrebbe essere stato questo pezzo concettualmente scritto da Valentino Parlato o da Agnoletto o Caruso.
Citiamo: “Lo Stato deve organizzare questa responsabilità comune, per esempio con tasse ai ricchi che servano ad assistere i poveri, i malati e invalidi, i bambini, la vedova e l'orfano”. Ragionamento che si può sentire tranquillamente in un qualsiasi circolo Arci di Reggio Emilia durante una vaniloquente discussione su cosa sia l’essere di sinistra.
Citiamo:” Si noti: previdenza generale e «obbligatoria», nel senso che il padronato fu obbligato a pagare i contributi pensionistici. E Mussolini fu il primo a fare lo stesso in Italia, l'INPS.” Esattamente ciò che ha fatto Prodi con lo scippo forzoso del TFR e coi contributi obbligatori, con l’obbligo di avere un conto in banca per i tartassati “co.co.pro”, e Visco non è di destra.
Citiamo: “l gruppo d'uomini scelto dal popolo (il sovrano) deve avere lealtà verso la nazione, deve avere «carattere» - non rimangiarsi la decisione per viltà alla prima opposizione - e deve imperativamente darsi le informazioni e le competenze necessarie per decidere al meglio possibile: per questo, chiamerà a sé altri uomini, i competenti, tecnici e i tecnocrati più stimati nel loro campo”. Questo avvenne in Russia con la rivoluzione d’ottobre che fu inizialmente popolare. I “competenti” non eletti da nessuno sono l’equivalenza delle “authority”, dei prefetti, dei “tecnici” (alla Padoa Schioppa), chiamati a decidere dai governi cattocomunisti italiani. E in URSS Stalin non aveva paura dell’opposizione!
Citiamo: “Per questo abbiamo Mastella, o la Lega, o le rivoltanti «autonomie regionali» secessioniste di fatto. Per questo pulluliamo di particolarismi, dove ognuno pensa a sé, da vero «liberale assoluto», anche quando si proclama «comunista» o «fascista»”. Qui Blondet nettamente si smaschera perché arriva ad ammettere che i popoli vincono su quelle ideologie di cui lui è vate assoluto, non meno di Luciano Violante.
Nessun sociologo sano di mente potrebbe attestare che Veneti e Sardi appartengono alla medesima etnia; quasi non Toscani e Emiliani, in regioni pure confinanti. Idem per Laziali e Campani o per Siciliani e Calabresi pure separati unicamente da uno stretto braccio di mare.
Se l’esistenza del “popolo italiano” è così certa perché in ogni trasmissione radio/tv, perché in ogni articolo di giornale una parola su tre, scritta o pronunziata, è “italia” o “italiani”?
Citiamo: “Verso gli immigrati, direi questo: essi devono essere soggetti alle leggi nazionali con rigore eguale a quello usato per i cittadini; senza privilegi sui cittadini di nascita, senza mutui agevolati ed esenzioni dal ticket che sono negati ai cittadini nati qui”. Senza pudore, sorvola sugli assurdi privilegi che godono gli “italiani” del Sud come esenzione ticket, contributi a fondo perduto, Agenzia Sviluppo italia, le immense ruberie sempre perdonate, tasse universitarie irrisorie, sgravi fiscali, autostrade gratis, pensioni senza contributi (nota 1) che sono, a ben guardare, maggiori dei benefici goduti dagli stranieri.
Ma è sull’”integrazione” dove il nostro “goym” mostra tutti i suoi limiti democratici, quelli di volere annientare l’evidenza dell’inesistenza del popolo italiano. In cui dimostra, di non essere diverso da un “rifondarolo”, ignorante e totalitarista.
Citiamo: “Roma fu la più grande integratrice di popoli diversi, che chiamò a partecipare al suo potere barbari e nordafricani, li civilizzò, addossando loro il peso di corresponsabilità nel governo, offrendo ad essi di «fare le cose insieme».
Settimio Severo era stato un bravo generale bèrbero, e fece una certa carriera nello Stato: diventò imperatore”.
Questa estrapolazione è allucinante due volte: in chiave storica e in chiave ideologica. In senso storico poichè egli scorda che la Roma di allora era “caput mundi”, il “pensiero unico” del tempo, e poteva integrare colle proprie leggi chiunque e dovunque. La Roma e l’italia attuali sono “caput “ di un bel niente. Relegate all’estrema periferia dell’impero american-sionista. Da decenni in crisi culturale e ora in pieno collasso economico, la penisola si trasformerà in un altro Kossovo e forse in un altro paese islamico di nessun contributo alla cultura e allo sviluppo del globo.
Ma invitiamo i lettori a riguardare: “Roma fu la più grande integratrice di popoli diversi, che chiamò a partecipare al suo potere barbari e nordafricani, li civilizzò, addossando loro il peso di corresponsabilità”.
Non è forse questo concetto, la medesima idea di “cooptazione” eviscerata dal ministro Ferrero con affermazioni tipo “il governo vuole svolgere un’azione ‘positiva’ sugli immigrati”?
Ebbene sì, il pensiero di Blondet dunque è il medesimo di Ferrero, quello di Luxuria il medesimo di Fiore: creare la “nazione” italiana posticcia, senza identità locali, senza un colore della pelle definito, un “meticciato “ di spiantati pallidamente devoto alla cacca tricolore.
Non Santi né Eroi bensì un tumulto di fanti e codardi disordinatamente in fila per assistere alla partita della “nazionale” di calcio che “spezza le reni” alle Far Oer. Smunto vessillo di un picaresco “stato della Mancia”.
Blondet ha più di una volta espresso stima per Giulio Tremonti. Quello che, per ricordare, dichiarandosi liberale, ha proposto di fare suonare l’inno di Mameli nelle scuole ogni volta prima di entrare in classe. Quale differenza dagli ex regimi dell’Est europeo in cui tutta la società era un inno al culto dello stato e della personalità del capo del partito di turno?
Che differenza con il Nazismo o col Fascismo, infine??
La casta fankazzista dell’unità nazionale, da Forza Nuova ai “no global”, vuole dare il diritto di voto e persino fare entrare i “berberi” nelle forze dell’ordine CONTRO i cittadini autoctoni per salvare la merdosa italia.
Il cerchio si chiude.
Le contrapposizioni ideologiche sono una finzione, una diatriba da bar dello sport per mascherare il vero scopo, di Berlusconi e Veltroni in primis. Un gioco della Casta, sulla pelle dei cittadini perbene, a strabiliare il popolino teledipendente con l’”interesse nazionale”.
Una “melina a centrocampo” in attesa che gli stranieri ammorbano il tessuto etnico locale in modo da potere finalmente tirare un sospiro di sollievo, sancendo che finalmente esistono gli italiani e l’unità nazionale non è più in pericolo.

di Domenico Gatti del Canna-Power Team
Nota 1: A beneficio dei mistificatori CHIARIAMO che NON stiamo discutendo che in qualche zona o regione vi sia un maggiore numero di cittadini bisognosi della assistenza dello stato. Stiamo arguendo sul fatto che nelle regioni meridionali le tasse siano più basse PER TUTTI anche per i ricchi mafiosi, anche per le pletore strapagate di “diriggenti” in atavico esubero della pubblica amministrazione

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mf ha detto...

Che tristezza! Per fortuna è tanto lungo da essere illeggibile.
Ovviamente non gli do la soddisfazione di cancellarlo

maria ha detto...

E infine la mite, ma non doma, Maria proclama che separatismo o no, disquisizioni di opportunismo e principio o no, non può sopportare i sepolcri imbiancati (o le bronze coverte) e avrebbe volentieri dato una pedata alla Prestigiacomo e alla Carfagna, si sarebbe comportata con più disponibilità verso le varie Pollastrini,Turco ecc. perchè poverette cercano di darsi onestamente da fare.
Già qualcuno conosce la mia impietosa recensione del libro della Santanchè "dall'infibulazione alla liberazione" Marsilio Ed., tanto lodato da tutta la stampa italiana (destra, ultras,centro cattolico, popolari, populisti, forzisti, forzati, sinistri tutti).
Appena avrò un pò di tempo ve la sbatto in prima pagina!