domenica 19 agosto 2007

un racconto persiano


Causa complotto del Ceto le votazioni per vari incarichi nel partito democratico sono rimaste bloccate.
Consoliamoci con un bel racconto persiano, dalle molteplici significanze, inviato dalla cara corrispondente M.M.

“…nel settimo anno del regno di Xianfeng, ero Nipote presso il dipartimento delle Prigioni al ministero delle Punizioni…un giorno, un custode dei Depositi imperiali di argento era stato condannato a essere tagliato in due. Era un tizio robusto come un cavallo, con una bocca tanto grande che ci si poteva infilare un pugno. I custodi erano diventati esperti nel furto dell’argento. Entravano nei depositi completamente nudi, nudi neuscivano, eppure anche così riuscivano a rubare. Indovinate dove lo nascondevano? Lo mettevano nel “canale del grano” (l’ano per farla breve)…Durante tutta la Dinastia furono registrati gravi ammanchi nei depositid’argento e non so quanti funzionari furono giustiziati innocenti, nessuno però aveva mai pensato che erano i custodi a giocare questo scherzo. Ogni mestiere ha i suoi trucchi, ogni arte i suoi segreti. I custodi, nonostante ricevessero un magro salario, si erano costruiti dimore sfarzose, mantenevano mogli e concubine, e tutto grazie al loro ano. Parlando dell’ano, quello è un punto dei più teneri, non riesce a trattenere nemmeno un granello di sabbia, beh loro riuscivano ad infilarci un lingotto da cinquanta tael. Ogni giorno a casa usavano una mazza di legno di sandalo per dilatarsi l’ano. Grande come il membro di un asino, era stata tenuta a bagno nell’olio di sesamo per anni fino a diventare rosso porpora e levigata, ed era disponibile in tre misure: grande, media, piccola….Alla fine il canale si allargava a dismisura…Un giorno il custode dalla bocca larga si era infilato addirittura tre lingotti nel sedere…quando arrivò il controllo stringeva i denti e camminava con difficoltà come se se la stesse per fare sotto. Il funzionario, insospettito, gli mollò un calcio nel sedere. Il calcio non era troppo forte ma, appena gli si rilassarono le gambe, gli uscì un lingotto dal culo. Il funzionario rimase a bocca aperta, gli diede altri calci ed ecco che sbucarono fuori gli altri due. A questo punto montò su tutte le furie “Bastardo, ti sei infilato nel culo tre anni del mio salario!”…da quel momento venne sempre usata una sonda per controllare il sedere di quelli che escono dai magazzini…l’imperatore ordinò che tutti i custodi venissero condannati a morte”

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah, ecco. Si devono essere ispirati a questa storiella quelli che ci portano la cocaina dal sudamerica.
In ogni caso, vedi?, non è igienico...

Anonimo ha detto...

dal tuo racconto si pu� dedurre che questi custodi che si arricchivano nascostamente erano dei..rotti in culo.niente di nuovo sotto il sole,pensa a quanti anche oggi entrano in politica poveri e diventano subito propietari di macchine barche case e compagne...da ricchi.